Che bella (e faticosa) la vita da tecnico del suono

13 Aprile 2023 Off Di apisani

Solitamente, per diventare un tecnico del suono, c’è bisogno di frequentare dei corsi, tramite i quali si ottengono attestati utili per potere essere assunti in case discografiche o aziende che comunque si occupano di servizi o prodotti in cui è fondamentale una figura del genere. Ecco, a me non è andata proprio così.

Ma partiamo dal principio. Un bel giorno di settembre ragazzi del 2021, Don Jimmy e Don Marco si avvicinarono a me tutti baldanzosi e mi chiesero: ma a te piacerebbe fare il tecnico del suono per il coro dell’oratorio? Fino a quel momento, io ero solo un cantore non proprio eccelso, ma almeno contribuivo ad abbassare l’età media con gli altri ragazzi dell’oratorio che partecipavano.

Lì per lì ero sia felice che spaventato dalla richiesta, perché non sapevo quasi niente di suono e di cosa si dovesse fare per ottenerne uno orecchiabile. Fui, però, rassicurato dai due don perché proprio Don Marco mi avrebbe insegnato le nozioni fondamentali per l’uso del mixer e, così, accettai.

Da lì, mi si è aperto letteralmente un mondo inaspettatamente più semplice di quanto pensassi. È tutta questione di armonia, ordine e attenzione, perché anche un solo cavo collegato male può annullare tutto ciò che avevi preparato. Adesso non posso dire che sono un asso come tecnico del suono, ma se si presenta un problema in molti casi riesco a risolverlo – anche a distanza di migliaia di chilometri, dato che ho dovuto fare degli interventi nientemeno da Napoli poco tempo fa.

Ogni domenica, quindi, mi stacco una mezzoretta prima dalla fine delle prove del coro e vado a predisporre l’attrezzatura necessaria per far sentire in tutta la basilica ciò che cantiamo. Questo mi ha consentito anche di avere incarichi importanti, dato che mi sono occupato di gestire la parte audio durante messe per la scuola, celebrate dal Rettore Maggiore o per l’MGS. Per non parlare del fatto che, durante la scorsa Estate Ragazzi, mi hanno affidato la gestione dell’impianto audio del teatro.

Il ruolo di tecnico del suono, però, non è sempre rose e fiori. Non starò qui a descrivere tutti i problemi che ho avuto da quando ho questo ruolo, oltre alla pressione che ho dato che siamo veramente in pochi che sanno fare queste cose e sono quindi obbligato a essere sempre presente.

Altrimenti, sono cavoli amari se non c’è nessuno che sta dietro all’audio e predispone l’impianto. Sto cercando, però, nel mio piccolo, di insegnare le nozioni base ai miei amici, così che anche altri mi possano aiutare nel malaugurato caso in cui non ci sia. Ad esempio, durante il periodo precedente alle vacanze di Natale ho insegnato a Ronca e alla mia ragazza come far funzionare l’impianto e, a quello che so, stanno riuscendo a sopperire alla mia mancanza.

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