Terzo anno delle superiori, si aggiunge un’attività scolastica nuova: PCTO. Durante la pandemia, si può dire che mi ha tenuta impegnata in alcuni pomeriggi nei quali non avrei fatto nulla visto che non si poteva uscire di casa.

La prima esperienza di PCTO è stata con “Human Youngle”. Il progetto era strutturato in due fasi dell’attività: nella prima c’era la formazione, un formatore ci ha spiegato in cosa consisteva l’attività e cosa avremmo dovuto fare una volta completata la formazione; la seconda fase invece prevedeva l’esercizio pratico di ciò che avevamo imparato.

La formazione la abbiamo seguita online. Inizialmente è stata introdotta l’attività: attraverso un’applicazione avremmo svolto uno sportello di ascolto per i ragazzi. La formazione serviva per interpretare i messaggi che si ricevevano e come poter aiutare al meglio i giovani.  Dopo averci spiegato come poter aiutare al meglio i ragazzi, ci sono state introdotte le varie attività che si potevano svolgere: chi si occupava di rispondere ai ragazzi, chi della grafica del social, dell’attività sui social… ognuno di noi doveva cercare di svolgere un compito. Si era liberi di scegliere se aderire oppure no. Una volta fatta la scelta si avviava la piattaforma su cui avremmo lavorato in semi-autonomia.

Mi è piaciuta come idea generale dell’attività, anche perché il formatore non ci ha lasciati soli senza l’appoggio di nessuno nel rispondere ai messaggi. Ho scelto di non aderire perché non penso sia una cosa “utile”. Questo perché oggi siamo tutti bravi a nasconderci dietro ad uno schermo per scrivere e fingere. Credo che quest’idea potesse essere svolta e approfondita anche tramite degli psicologi perché serve l’aiuto di un esperto. Questa attività doveva essere un tramite per portare il ragazzo a parlare con una figura più competente che un ragazzino di 16 o 17 anni.

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