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C’era una volta…la disabilità

Come gruppo di danza della scuola Antonella Dance School di Leinì abbiamo partecipato al concorso internazionale Barcelona Dance Award che si teneva a Lloret de mar durante le vacanze di Pasqua. Durante questo concorso abbiamo proposto delle coreografie di diversi generi classico, Modern e hip 

Capitolo scout sul fast fashion

Il fast fashion è una filosofia di produzione che applicano catene molto conosciute come Zara, H&M, Bershka, Pull and bear, Tezenis basata sul generare una grande quantità di profitto a scapito della qualità degli indumenti e della sostenibilità ambientale e dei lavoratori poiché essi spesso 

Barcellona dance award: giornata tipo di una ballerina a un concorso internazionale

A Pasqua 2023 ho rivissuto un’esperienza molto interessante e coinvolgente: ho partecipato al concorso internazionale di danza Barcellona Dance Award. 

In questo articolo voglio raccontare un aspetto di questa breve ma profondamente sfaccettata esperienza e riflettere su un aspetto a cui sono molto legata ovvero la routine. 

Quando si parte per un’esperienza o una vacanza di qualunque genere tendenzialmente la routine quotidiana viene cambiata radicalmente, si esce dalla propria comfort zone e si vive qualcosa di nuovo. 

Io da quando sono piccola ho sempre voluto accogliere positivamente le occasioni nuove e differenti dalla mia routine nonostante emotivamente mi senta più a mio agio durante la quotidianità tutta uguale o simile. 

Durante l’esperienza abbiamo alloggiato in un residence a Lloret de mar insieme ad altre scuole di danza e di calcio poiché nello stesso periodo c’erano sia il concorso internazionale di danza sia il concorso internazionale di calcio. 

La mattina ci alzavamo intorno alle 8, ci preparavamo con la nostra divisa di danza e andavamo a fare colazione. 

Ogni mattina c’erano colazioni di diverso tipo, più classiche come yogurt o latte con cereali, più continentali come ad esempio le uova con il pane tostato e il bacon e la colazione alla francese con croissant e pain au chocolat. Nonostante io sia vegetariana non ho avuto difficoltà a trovare qualcosa con cui nutrirmi e sono rimasta contenta perché in generale ogni realtà di ristorazione sta pian piano cominciando a proporre portate per persone vegetariane. 

Dopo la colazione dopo circa mezz’ora ci ritrovavamo sotto una tettoia in cui facevamo le prove dei balletti che portavamo al concorso. 

La nostra insegnante era molto fiscale sull’estetica del balletto quindi sulla bellezza della posizione complessiva del gruppo, se eravamo centrate nella sala. 

Ripetevamo molte volte i balletti in modo tale che la tecnica esteticamente fosse perfetta. 

In una delle due prove generali che abbiamo fatto per l’agitazione pre concorso non riuscivo più a fare una posizione in cui eravamo in cerchio e dovevamo restringere il cerchio tutte insieme, da sdraiate per terra, afferrando le gambe della nostra compagna di fianco. Questo mi ha fatta preoccupare molto per il concorso però la mia insegnante sapendo quanto sia una persona insicura mi ha detto di credere in me stessa poiché i balletti li sapevo e di non pensare troppo a quello che facevo. 

Dopo le prove pranzavamo molto presto rispetto a quando pranzo a casa, intorno alle 12.30 in modo tale che dopo avessimo tempo di preparaci per il concorso e digerire al meglio prima delle esibizioni. 

Alle 16.30 ci avviavamo a piedi verso il teatro e facevamo le ultime prove generali prima della competizione ufficiale. 

I nostri balletti sono stati inseriti dai giudici in due giornate differenti, c’erano molteplici categorie di ballo, partecipavano 52 scuole da tutto il mondo. 

Alla fine della giornata festeggiavamo la buona resa delle esibizioni e poi andavamo a dormire presto pronte per una giornata ugualmente impegnativa come questa. 

Workshop diversamente normali o normalmente diversi?

Lo scoutismo durante il clan ci offre delle possibilità irripetibili che ci aiutano nella nostra scelta politica e di servizio che potrebbero attuarsi dopo la fine del nostro persorso scout dopo la partenza.  La partenza è il momento finale del percorso scout (descritto nel dettaglio 

Chi sono io?

Mi chiamo Sara Faletto, frequento il liceo delle scienze umane all’Istituto Maria Ausilitrice di Torino. Mi piace andare a scuola e studiare perché penso che la mia vita sarebbe vuota se non avessi delle conoscenze in qualunque ambito della vita. Ho una passione maggiore verso 

Un’occasione di riscoperta del mondo e delle persone: gita scolastica a Parigi

Quest’anno nel mese di marzo ci è stata data una grandissima opportunità per unirci di più ai compagni di classe e scoprire un posto che personalmente non avevo mai visto: Parigi. 

La gita è durata tre giorni nell’ultima settimana di marzo. Sono stati dei giorni pieni di cose da fare e organizzati abbastanza bene a parte i trasporti che era difficile trovare la direzione della metro da prendere, però è molto comprensibile poiché a differenza di Torino che ci sono due direzioni della metropolitana, a Parigi ce ne sono almeno cinque. 

Durante il primo giorno siamo partiti presto da Torino Porta Susa e siamo arrivati a Parigi dopo pranzo, abbiamo posato i bagagli in hotel e siamo partiti subito alla volta della Sainte-Chapelle.
Siamo arrivati in ritardo di circa un’ora dall’orario di prenotazione e non volevano farci entrare nella cappella per questo motivo. Dopo qualche discussione molto accesa tra i professori e le guardie francesi siamo riusciti ad entrare. 

La professoressa Casalis, insegnante di storia dell’arte, ci ha introdotto questo luogo e ho ripassato con gran piacere l’arte gotica, la struttura delle chiese in questo periodo storico e le famosissime vetrate gotiche. 

Queste ultime sono quelle che mi hanno colpito di più, infatti salendo al piano superiore della cappella era come se mi fossi immersa in un posto angelico poiché così tanto agghindati nei minimi dettagli. Ogni volta che la luce naturale del sole diventava più forte si vedevano sempre più chiaramente le forme delle vetrate. 

Successivamente abbiamo camminato sull’ile de la cité, che ci ha raccontato il professor Miolano essere il nucleo iniziale della città che si chiamava per via della conquista romana di quel territorio Lutetia Parisiorum. Abbiamo potuto ascoltare della buona musica di violino, ed insieme alla Senna e alle paperette che nuotavano è stata una situazione piacevolissima da vivere.

Ci siamo poi avviati verso la zona di Notre Dame che purtroppo non ho potuto vedere nella sua interezza e integrità per via dell’incendio del 2019. Al di fuori della cattedrale c’erano dei pannelli raffigurativi dei cambiamenti che ci sono stati all’interno della cattedrale, c’era delle foto di com’era prima dell’incendio e di com’è ora.

Alla fine del primo giorno in serata abbiamo visto il museo del Louvre illuminato girando attorno a questo e entrando nel cortile dove ci sono le piramidi di vetro. C’è una grandissima differenza da vedere dalle foto, non pensavo che fosse così imponente da piramide e a veder le costruzioni attorno a esse pensavo che il museo si articolasse solo a loro interno invece quando l’abbiamo visitato ho scoperto che si estendeva sia in quelle costruzioni esterne, sia sotto terra: era immenso!!! 

La mattina successiva dopo una bella colazione alla francese abbiamo visitato il quartiere di Montmartre, è stato molto comico vedere così tanti sexy shop in una sola via. Mi è piaciuto molto vedere il Moulin Rouge poiché mi ha fatto ricordare  la visione del film che purtroppo o per fortuna mi era stata proposta durante la scuola secondaria di primo grado. 

Dopo aver salito 80 gradini siamo arrivati alla basilica del Sacre-coeur da cui c’era una vista su buona parte di Parigi e un paesaggio sulla collinetta che consiglio molto a chi piacciono i paesini piccoli. 

Il pomeriggio dopo non pochi dubbi per le rivolte della settimana scorsa abbiamo potuto visitare il museo d’Orsay. E’ stato il mio museo preferito di Parigi. Ho rivisto opere studiate in storia dell’arte come “le spigolatrici” di Millet,

“il funerale di Ornan”

e “l’atelier del pittore” di Gustave Courbet dalle quali ho potuto con stupore osservare il gigantismo.

Poi l’Olympia

e il Balcone di Manet, L’assenzio, La scuola di danza e la Tinozza di Degas. 

La scuola di danza è una delle mie opere di Degas preferite poiché frequento un corso di danza da quando avevo due anni e mezzo ed è una disciplina che ammiro molto da sempre. 

Salendo i diversi piani del museo che si occupavano ognuno di un periodo storico artistico differente abbiamo anche visto delle opere post impressioniste come “Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte” di Seurat che mi ha fatto ricordare la tecnica del puntinismo che avevamo messo in pratica quando frequentavo la scuola primaria.

 

L’artista post-impressionista che mi è piaciuto di più è sicuramente Van Gogh con la notte stellata, la camera da letto, l’autoritratto con il cappello di feltro grigio erano molto affascinanti infatti c’era molta gente vicino all’opera per vederla.

 

Il giorno seguente mentre aspettavamo l’orario per entrare al museo del Louvre abbiamo fatto una passeggiata nel giardino delle Tuileries in cui abbiamo potuto vedere in lontananza l’arc du Triomphe e la grande Arche. 

Abbiamo raggiunto la place de la Concorde in cui abbiamo potuto vedere l’Obelisco al centro. 

Successivamente siamo entrati al museo del Louvre in cui ho potuto vedere che il museo si sviluppa anche in parte sotto terra come avevo immaginato prima di visitarlo. 

Qui le opere che mi hanno colpita di più sono Amore e psiche di Canova, era molto delicata come opera e esteticamente proporzionata e trasmetteva tenerezza. 

Un’altra opera che mi stupisce molto è La libertà che guida il popolo di Delacroix e la Zattera della medusa di Gericault poiché erano giganti e nella loro grandezza si coglievano molto bene tutti i dettagli che abbiamo avuto modo di studiare approfonditamente in classe nelle lezioni di storia dell’arte. 

La grande odalisca di Ingres era affascinante e la presenza del colore blu nell’opera me l’ha fatta apprezzare ancora di più. 

La morte di Marat di David mi ha fatta emozionare, vedere dal vivo la dedica a Marat da David, il viso di Marat morto che sono elementi fondamentali di quest’opera mi hanno toccata profondamente.

Mi dispiace affermare però che la Gioconda di Leonardo da Vinci è molto sopravvalutata, per quanto abbia il suo fascino mi sono piaciute di più altre opere che trattano temi più profondi, inoltre non ho avuto modo di vederla da vicino data l’alta affluenza vicino all’opera. 

Nel pomeriggio potevamo scegliere cosa visitare tra il cimitero di Père-Lachaise, il museo dell’Orangerie e il quartiere de la Défense. 

Io ho scelto di visitare l’Orangerie. Qui mi sono lasciata affascinare dalle ninfee di Monet. Si trovavano in un’unica tela lunga diversi metri in cui venivano unite più rappresentazioni. 

La sera siamo saliti sulla Tour Eiffel, era veramente alta infatti ho esitato un po’ prima di salire. Salendo sull’ascensore, trattenendo il respiro e dopo poco arrivando alla base poiché non si poteva salire fino, in cima mi sono accorta che il paesaggio attorno a me era veramente molto romantico e pieno di luci. Allo scoccare dell’ora per cinque minuti ho scoperto che la torre fa uno spettacolo di luci che luccicano su tutta la sua superficie. 

L’ultimo giorno la mattina abbiamo fatto un giro nei quartieri latini in cui abbiamo attraversato l’università della Sorbona. Successivamente abbiamo avuto del tempo libero che ho passato felicemente in compagnia della mia amica Alessandra con cui ho potuto comprare dei souvenir per la mia famiglia e scoprire dei luoghi vicino alla Senna poco visibili dalla strada. 

Questo viaggio d’istruzione mi ha aiutata a scoprire di nuovo un posto fuori dall’Italia che sognavo di visitare da quando i miei genitori l’hanno visitata per il loro diciottesimo anniversario di matrimonio. Ricorderò questo viaggio a cuor leggero e come un momento in cui ho potuto staccare la testa e ricaricarmi per l’ultima parte dell’anno scolastico in vista dell’esame di maturità.

Corso di primo soccorso

A gennaio il prof. Tonus di scienze motorie e sportive ha proposto alle classi quinte il corso di primo soccorso.  C’è stata una prima parte teorica dove gli operatori della croce rossa ci hanno fatto un’introduzione in cui dicevano che il motivo di morte principale 

La CAA e il quaderno per la scuola primaria

La CAA è un acronimo che significa comunicazione aumentativa alternativa ed un modo che permette alle persone autistiche, oppure straniere, oppure con disturbi relazionali di comunicare con le altre persone. La CAA consiste nell’uso delle patch ovvero delle figure che si trovano sul sito arasaac 

Route invernale 2023- Centro migranti Messi di Oulx 

Frequento il gruppo scout San Francesco-Mathi dalla quinta elementare. Lo scoutismo è diviso in diverse parti in base alla fascia d’età in cui sei.
Dalla prima alla quinta primaria si può essere inserito nel branco, in cui il gioco in natura ha un valore fondamentale per la crescita dell’individuo nel gruppo sociale in cui è inserito. Dal primo anno della secondaria di primo grado si può essere inseriti nel Reparto in cui insieme ai “repartari” si è divisi in squadriglie. Sono gruppi di 5-6 persone di cui due di loro il capo squadriglia e il vice capo squadriglia i quali hanno più anni di esperienza insegnano a chi ne ha meno a stare insieme agli altri, a stare in natura e a costruire manualmente le parti di un campo come ad esempio una Jamboree ovvero una tenda da 6 8 persone, un tavolo con assi di legno, un treppiede che serve per appoggiare utensili come posate, asciugamani, la costruzione di una toilette.
La dimensione del gioco permane e aumenta di importanza poiché unisce le diverse squadriglie.
Durante il corso del primo anno si può decidere di promettere attraverso la formula, con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio paese per aiutare gli altri in ogni circostanza e per osservare la legge scout, in una cerimonia ufficiale in cui stringi la mano ai capi e fai il simbolo con indice medio e anulare alzati e il mignolo sotto il pollice. 

Si promette inoltre di rispettare la legge scout, divisa in dieci punti che citano 

“Gli scout 

considerano loro onore meritare fiducia, 

sono leali, 

si rendono utili e aiutano gli altri, 

sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida o scout, 

sono cortesi, 

amano e rispettano la natura, 

sanno obbedire,

sorridono e cantano anche nelle difficoltà, 

sono laboriosi ed economi,

sono puri di pensieri parole e azioni”

Grazie alla legge il clima che si crea all’interno della comunità è rispettoso e raccolto e stimola una buona educazione dell’individuo all’interno del gruppo. 

Successivamente si entra a far parte del noviziato che dura circa 2 o 3 mesi in cui la capo fuoco introduce i novizi a come funziona vivere in clan, le tematiche che si trattano, i pilastri fondamentali come il fare strada (ovvero camminare in comunità facendo fatica). 

Infine si ha l’ascesa in clan in cui vivi in comunità con persone che conosci da molto tempo in cui permangono il valore del gioco. 

Inoltre vengono introdotte la route di strada, di servizio e spirituale ovvero dei periodi di 7-10 giorni svolti in estate ad agosto, in inverno a gennaio e in primavera ad aprile in cui rispettivamente si cammina, si viene inseriti in un contesto dove ci si rende utili al prossimo (come case di persone con disabilità, oratori, centri migranti) o seguire un percorso religioso solitamente nel periodo natalizio o pasquale. 

Mi è sembrato interessante raccontare la mia esperienza in route invernale 2023 in cui sono stata inserita all’interno di un centro di passaggio migranti. 

La route era di servizio quindi siamo stati inseriti in diverse realtà in cui davamo una mano a chi le abitava. 

Nei telegiornali sentivano spesso parlare di centri migranti, di numeri di persone morte in mare, di leggi che vietano lo sbarco in Italia dei migranti, di migrazione clandestina: è stato un mero astrattismo fino ad ora!


Il rifugio Messi di Oulx accoglie migranti di passaggio che percorrono la rotta Alta Val Susa.
Dopo un paio di giorni vengono inviati attraverso un pullmino verso Claviere.
Successivamente tra Claviere e Briancon ci sono 29 km in cui i migranti possono essere intercettati dalla polizia e rimandati al confine, per fortuna senza alcun tipo di violenza.

Purtroppo l’uso della violenza contro i migranti è diffuso in altri paesi Europei come l’Algeria e la Bosnia.
In quest’ultima è stato raccontato dal prof. Zito che sono presenti mine antiuomo per non far passare il confine. Inoltre i poliziotti prendono a manganellate sui piedi i migranti per non farli più camminare oppure direttamente sparano loro addosso. 

Questa realtà mi è stata raccontata anche attraverso delle immagini (per motivi di privacy, dato che sono persone minorenni quelle ritratte, non posso mostrare) da Laura, una ragazza che studia medicina che viene da Bergamo e che si occupa di smistare gli indumenti all’interno del rifugio, dividendoli in scatole per tipologie (scarponi, sciarpe, maglie di lana, giacche ecc…). Laura ha frequentato la realtà migratoria di Trieste: spesso le persone giungono con ferite da arma da fuoco o manganelli e lei li medica insieme ad altri colleghi medici. 

Come comunità scout abbiamo svolto servizio in questo luogo, al mattino appena arrivati abbiamo pulito le scale del rifugio e verso l’ora di pranzo abbiamo spostati in diversi scatoloni gli scarponcini e le scarpe da ginnastica che vengono indossate dai migranti per attraversare il confine. 

Questi indumenti vengono da numerose donazioni anche provenienti da altri paesi limitrofi a Oulx come Bardonecchia o Susa. 

Nel tardo pomeriggio prima di ripartire verso Bardonecchia la padrona del rifugio ci ha raccontato la storia del luogo. 

Il rifugio nacque poiché da Claviere a Briancon c’erano quattro pullman di linea al giorno. Dopo del tempo ne sono stati tolti due tra cui quello della sera poiché era stata scoperta un’alta affluenza di migranti che passavano il confine. 

I due pullman rimasti smisero di fare le fermate intermedie. 

Successivamente da dicembre 2021 si poteva viaggiare solo su prenotazione e mostrando il documento e chi non lo aveva come spesso succede con i migranti non potevano salire. 

Infine le fermate svolte cambiarono e percorrevano Briancon, Oulx e Modan dal passo del Frejus in modo tale da non aiutare i migranti ad attraversare il confine. 

Poi si notò una grande affluenza di migranti che cercavano di percorrere la rotta nell’estremo Occidente dal colle della scala.
Il 70-80% dei migranti riescono a passare il confine e gli altri invece venivano rimandati indietro alla frontieri e ogni sera c’erano circa 50 persone che rimaneva per strada, con bambini piccoli anche, senza cibo. 

I volontari hanno aperto prima un garage come sosta prima di continuare il cammino in modo tale da non essere visti.
L’affluenza aumenta sempre di più e Don Chiampo allora apre il sottochiesa in modo tale che potessero sostare. Purtroppo il luogo è stato sgomberato e il parroco apre e comincia a gestire il rifugio Messi. 

La fondazione Magnetto acquistò il locale e venne aperto. Date le piccole dimensioni dello spazio, all’interno vennero messi dei container all’esterno per far stare più persone. 

Oltre al rifugio Messi a Oulx c’era la casa Cantoniera che venne occupata dagli anarchici. Lì era anche una comunità in cui si svolgevano delle attività. Nel rifugio Messi invece si poteva solo sostare per la notte, ricevere vestiti e entro il giorno successivo all’arrivo dovevano ripartire per la rotta. Il rapporto tra gli operatori e i migranti tenta di essere orizzontale. Qualche volta ci sono dei migranti che si riuniscono e raccontano delle loro esperienze di respingimento. 

Chiaramente se ci sono persone o famiglie singole gravemente in difficoltà si fa il modo di aiutarle. 

Il rifugio Messi è finanziato dalla prefettura legale e ciò che viene svolto è al limite tra la legalità e l’illegalità poiché dare vestiti, sostegno medico è legale ma far oltrepassare il confine con la propria autovettura è punibile con delle multe.  

Se una persona è malata la si deve portare in Croce Rossa e capita spesso che la persona non voglia andare in ospedale per il rischio che corre andando senza documenti ma ora tendenzialmnete non ci sono delle denunce o provvedimenti legali. 

Prima invece denunciavano ed è capitato che una persona aveva i piedi assiderati e in commissariato era morto assiderato. 

Viene utilizzata un tipo di violenza psicologica in Italia invece più fisica nel resto di Europa. 

Ad esempio una volta una ragazza era stata chiusa a chiave dentro un container e il soffitto è stato compresso fino quasi a schiacciarla e lei era rimasta traumatizzata talmente tanto che non parlava più e l’hanno ricoverata in psichiatria all’ospedale Regina Margherita. 

Questa esperienza è stata molto formativa e arricchente per la mia crescita e per provare dei numeri che ci vengono trasmessi dai telegiornali. 

Human Youngle

Human Youngle è un servizio d’ascolto tra pari che si realizza completamente online, attraverso i social network (Facebook, Instagram). È in corso di sviluppo anche una web app dedicata, di modo che anche chi non utilizza i social network possa comunque mettersi in contatto con