Canada: la mia “home away from home”

Canada: la mia “home away from home”

6 June 2023 Off By vconte

Nostalgia

/no·stal·gì·a/

Stato d’animo corrispondente al desiderio pungente o al rimpianto malinconico di quanto è trascorso o lontano

Da quando ho ricordo, ho sempre desiderato di vivere all’estero, o comunque di percorrere una parte della mia vita fuori dall’Italia. Ovviamente sono ancora molto giovane e trasferirmi all’estero non mi è ancora possibile, ma ad ottobre del 2020 ho avuto la fortuna di iniziare il percorso che mi avrebbe portata poi a svolgere il mio semestre in Canada.

Sono partita il 29 agosto 2021 con l’agenzia You Abroad, per la quale ora sono Ambassador (troverete l’articolo dedicato nella sezione “Esperienze Extrascolastiche”). Mi trovavo in Canada, precisamente nella capitale della British Columbia: Victoria.

Poco prima di partire ho scoperto che avrei fatto parte di una famiglia molto numerosa, cosa di cui ero decisamente entusiasta e ne sono grata tuttora, perchè essendo figlia unica ho sempre voluto provare la sensazione di condividere la casa con più persone, avere insomma un po’ più di compagnia. Chantel la mia host mom, Chris il mio host dad, Savannah ed Eric i miei host siblings, Paul il nonno, Jana un’altra exchange student tedesca e 4 cani. Sarò per sempre grata a questa famiglia non solo per avermi ospitata, ma per avermi mostrato anche tutto ciò che poteva essere la vita canadese, accogliendomi proprio come una figlia e non come una semplice turista.

Nonostante non fossero la mia famiglia, sono sempre stati molto presenti per me, non mi hanno mai fatto mancare nulla e mi hanno insegnato moltissime cose che a 16 anni, dall’altra parte del mondo, rimangono impresse molto più facilmente ed entrano a far parte di un bagaglio personale per tutta la vita. Erano sicuramente una famiglia più distaccata rispetto a quelle italiane, ma ciò mi ha permesso di capire le differenze principali tra il Canada e tutto ciò a cui siamo abituati in Italia. A Victoria mi sono ritrovata libera di fare le mie scelte, senza poter essere condizionata da altre persone, per la prima volta in tutta la mia vita mi sono trovata a dover avere le redini del mio futuro completamente tra le mie mani, senza l’aiuto di nessuno.

Questa esperienza mi ha responsabilizzato e mi ha anche in parte cambiato. Un volo, con solo 2 valigie e uno zainetto, nei quali raggomitoli 16 anni di vita, le tue esperienze vissute fin ora, le parole, gli affetti, i consigli dei tuoi cari e basta, tanta speranza e positività. È inevitabile che un’esperienza del genere modelli la vita di un’adolescente, e per quanto possa essere poi difficile riadattarsi al ritorno, ne vale davvero la pena.

Nella lettera a me stessa composta 2 giorni prima della mia partenza scrivevo:” […] Mi auguro ti abbia cambiata dentro, e che tu abbia aggiunto tanti piccoli pezzi al puzzle che stai costruendo pian piano. Spero che il Canada sia stato rifugio, un riparo, che insomma ti abbia un po’ aggiustata.” Così è stato.

Usciti da un periodo molto difficile per tutti a livello globale, a causa della pandemia, quella che può essere vista un po’ come una fuga, mi ha consentito di prendere una boccata di aria fresca a pieni polmoni e tirare un grande sospiro di sollievo. In soli sei mesi ho avuto la conferma della persona che sono, di quanto io ami conoscere persone nuove, di quanto apprezzi confrontarmi sulle abitudini e le culture di tutti i popoli del mondo. Finalmente, ho avuto la conferma che sì, l’Italia era e sarà per sempre casa mia, ma io riesco a sentirmi a casa anche oltre oceano, posso considerarmi in parte cosmopolita.

Quest’esperienza mi ha consentito di rapportarmi non solo con i ragazzi canadesi, ma anche con persone provenienti da Spagna, Francia, Germania, Norvegia, Giappone, India, Cina, Messico. Questo è anche uno dei motivi per il quale ho scelto il Canada come mia destinazione, volevo sperimentare il metodo di studio nordamericano in una scuola del posto, volevo conoscere i canadesi, ma volevo anche trovarmi in un luogo che all’interno potesse accogliere facilmente tante nazionalità differenti. Ognuna delle persone che ho incontrato nel mio percorso, nel bene e nel male, mi ha lasciato dentro qualcosa che inevitabilmente sarà irremovibile e che porterò con me per sempre.

Ho incontrato anche tante difficoltà, come è normale che sia. Nessuno ti prepara a passare il Natale lontano da casa, o ad essere malato e trovare difficoltà nell’esprimere un disagio a causa della vergogna, e qui potrei elencare tante altre situazioni, ed è per questo che grazie a quest’opportunità non solo ho avuto modo di lavorare sulla lingua, ma anche sul “problem solving” e la comunicazione.

Il 5 febbraio 2022 ho lasciato la mia “Home away from home” e tuttora per me è molto difficile guardarmi indietro e spiegare a parole ciò che ho vissuto, in parte perchè forse ancora non ho realizzato e forse anche perchè spesso le persone non capiscono ciò che un’esperienza del genere possa smuovere nella vita di un’adolescente.

Sarò per sempre grata ai miei genitori per avermi dato l’opportunità e gli strumenti per vivere la mia prima avventura da sola oltreoceano, sarò per sempre grata alle persone del posto per avermi accolta come se ci fossimo conosciuti da vita, ed infine sarò per sempre grata a me stessa per aver avuto il coraggio e la caparbietà per lottare per tutto ciò che avevo sempre desiderato e sul quale voglio costruire il mio futuro.