Rompere il silenzio sulla mafia

2 June 2023 Off By vconte

Sensibilità

/sen·si·bi·li·tà/

Attitudine a ricevere impressioni attraverso i sensi

“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.”
(Giovanni Falcone)

La vita dell’uomo sin dalla sua origine è stata segnata dalla possibilità di poter scegliere, dal libero arbitrio. 

Oggi 23 maggio 2023 è l’anniversario della strage di Capaci, in cui morì il magistrato Giovanni Falcone. Come scuola abbiamo avuto la possibilità di ascoltare la testimonianza di un uomo nato e cresciuto a Corleone, colpito direttamente dalla Mafia e da tutto ciò che essa scaturisce. Emiliano, nonostante l’appartenenza in parte ad una famiglia mafiosa, è stato in grado di distaccarsi da questo mondo dell’illegalità e trovare il coraggio di costruirsi la sua vita malgrado la paura. È stato forte abbastanza da non abbassare la testa e da scegliere la strada giusta, quella della libertà. Suo cugino, sua cugina e il marito di quest’ultima sono state vittime della mafia, e tutta la sua famiglia ha subito le conseguenze di questi soprusi, ma come ha fatto lui a reagire? Come è stato in grado di non piegarsi alla forza di questa disumanità? Emiliano è stato in grado di dire “no” di fronte alla Mafia, era consapevole di ciò che avrebbe comportato, ma era anche consapevole di quello che avrebbe provocato rimanere in silenzio.

È tanto facile giudicare dall’esterno le azioni di qualcuno senza aver vissuto la medesima situazione, ma è chiaro che la maggior parte di noi non sarebbe stata in grado di reagire a delle situazioni simili, ci saremmo fatti da parte e avremmo lasciato fluire le azioni compiute da Cosa Nostra, come un fiume in piena che scorre verso la foce per poi immettersi nel mare. La difficoltà sta proprio nel porsi come diga, sbloccare il defluire di una situazione che ormai era diventata consuetudine, non sempre ciò che è abituale va considerato giusto e lecito.

Come spiegato dal ragazzo, i malavitosi pretendono il “rispetto” e spesso le persone sono abituate per paura a concederglielo, ed è proprio questa paura che i mafiosi vogliono ottenere nelle loro vittime, le terrorizzano in modo che non possano reagire, rivoltarsi e apportare dei cambiamenti alla società che loro tanto orgogliosamente pretendono di controllare. Emiliano però, non si è sentito in grado, nonostante la paura, di abbassare lo sguardo e chinare la testa, non era giusto nei confronti dei suoi parenti e di tutte le vittime colpite da queste ingiustizie. Proprio da ciò nacque il suo coraggio. Utilizzare il dialogo e la parola per spargere l’informazione è stata la sua arma contro queste prepotenze. In una società in cui il silenzio e l’omertà regnavano sovrani, tracciare un varco con la sua voce è stata la prova di coraggio che compì per riprendersi ciò che la Mafia gli aveva tolto, per onorare le vittime e soprattutto per portare consapevolezza alle nuove generazioni.

Il suo discorso, rivolto a noi giovani, era infiammato dall’amore e dalla speranza per l’avvenire, un futuro migliore che noi ragazzi stiamo costruendo piano piano, grazie alle testimonianze di chi ha vissuto certe esperienze ed è in grado di condividerle per apportare un cambiamento alla società. In conclusione della sua testimonianza, egli ci ha dispensato alcuni consigli, tra questi l’importanza di utilizzare la paura come propulsore del coraggio piuttosto che come ostacolo alla nostra vita. I malavitosi, credono di essere potenti e rispettati, perché circondati da tante persone che a loro si sottomettono, la gente che segue la legalità invece si sente debole perché privata dei propri affetti e delle proprie libertà Ciò che avviene in realtà è ben diverso, i primi sono “rispettati” perché le persone hanno paura, non nutrono amore o stima nei loro confronti, la loro vita è segnata dal disprezzo, dall’odio e da tutto tranne che un felice futuro, i secondi invece, sembrano la parte della società fragile e senza futuro, quando in verità sono coloro che con la propria voce possono sfondare il muro del silenzio, e con il loro coraggio prendersi la libertà e la felicità che i malavitosi non avranno mai.

Ancora una volta è una questione di scelte, vale davvero la pena vivere nella paura e chinare il capo? Nel presente forse sembrerà la scelta più sicura, ma cosa provocherà questo nel futuro?