competenza alfabetica funzionale,  competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali,  competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare

Un perenne oscillare tra dolore e noia

Nel pensiero del filosofo Schopenhauer la vita è una continua alternanza di dolore e noia.

l primo è provato perché l’uomo ha continui bisogni e piaceri inappagati e la seconda è provata in quanto se mai la volontà smettesse di ricercare l’appagamento dei desideri, l’uomo non proverebbe altro che noia.

Inoltre, viene specificato che la soddisfazione dei piaceri si può avere ma è fugace come fare l’elemosina ad un barbone salvandogli la vita oggi ma prolungando i suoi dolori dell’indomani, bisognerebbe quindi forse lasciarlo morire, in modo da non prolungare il suo dolore? Ed è proprio vero che al di fuori del dolore e della ricerca dell’appagamento dei bisogni vi è solo la noia?

Senza dubbio una parte fondamentale della vita è il dolore, perché rende più forti e insegna ad affrontare le avversità, ma questo è solo un mezzo per raggiungere la felicità che è il fine ultimo per cui si dovrebbe impiegare tutta la volontà.

Infatti, anche se questa non fosse votata all’appagamento dei piaceri si dovrebbe rivolgere, in modo instancabile, alla ricerca della felicità.

La felicità non coincide solo con l’appagamento dei piaceri, che si possono trascurare, ma anche con un riconoscimento dei traguardi raggiunti, salute e serenità. Per ciascuno può essere diversa, però ha sicuramente una valenza tale almeno da essere tenuta in considerazione prima di abbandonarsi alla noia. Vale la pena salvare un barbone per dargli almeno la possibilità di provare gioia.

Per quanto la felicità possa sembrare fugace o lo possa effettivamente essere, come il dolore, resta sempre valido il motivo della sua ricerca, che è essa stessa, mentre non è valida l’argomentazione che ci spinge a focalizzarci sul dolore o sulla noia.

Qui sta il punto, è questione di focalizzazione, di punti di vista, potrà sembrare banale ma si può vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, bisogna scegliere da che parte stare. C’è chi dice che dipende da una predisposizione personale perché ciascuno vede il bicchiere o in un modo o nell’altro ma se la riteniamo una cosa di vitale importanza siamo davvero disposti a credere che non dipenda da noi, ma magari solo da un concatenarsi di eventi che ci influenzano positivamente o meno?

Non è così, la nostra felicità dipende da noi, è una scelta e se si crede in questo la vita si trasforma in qualcosa di più che solo dolore e noia

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