HUMAN YOUNGLE

HUMAN YOUNGLE

6 June 2023 Off By flupotti

A che scopo?

In effetti lo devo ancora capire.

Un salto in qualcosa di nuovo

dove non sapevo come agire.

Non mi sono sentita d’aiuto

E le domande continuavano ad aumentare

Ma poi mi sono detta in poco

Perché non continuare a provare?


Iniziare il triennio è una nuova scoperta. Alcune materie si aggiungono, i professori cambiano e sembra ricominciare un po’ tutto da capo. Tra le varie novità c’è quella riguardante l’alternanza scuola lavoro, ovvero una modalità didattica innovativa per mettere in pratica ciò che si studia e si apprende durante gli anni scolastici. Solitamente c’è la possibilità per ciascun allievo di scegliere la propria alternanza, in base a ciò che si vuole fare in futuro. Per noi non è stato così, è stata la scuola a scegliere un’attività in comune a tutta la classe. Ad essere sincera quest’idea non mi ha mai entusiasmato, perché desideravo già da tempo iniziare a prendere in mano la mia vita provando a sperimentare concretamente ciò che mi sarebbe piaciuto fare una volta terminato il liceo e invece non è stato così. Il terzo anno, il primo PCTO (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) che ci è stato proposto è stato quello di Human Youngle, ovvero un servizio di ascolto tra pari che si realizza online attraverso i social. Abbiamo dovuto farlo tramite un network perché eravamo in quarantena e non avevamo la possibilità di incontrarci. Abbiamo fatto diverse lezioni dove ci è stato spiegato il funzionamento dell’applicazione e del modo in cui avremmo dovuto approcciarci con l’utente che ci avrebbe scritto. Eravamo divisi in coppie, avevamo i turni e il nostro obiettivo era quello di rispondere ai messaggi che ricevevamo provando ad aiutare la persona che si stava affidando a noi, sia per risolvere motivi più superflui che più importanti. Sinceramente non è un’esperienza che mi ha lasciato qualcosa e questo un po’ mi dispiace perché abbiamo poche possibilità di mettere in pratica ciò che ormai apprendiamo da anni in modo statico. Non mi sono sentita utile, in quello che facevo né che dicevo e spesso mi sembrava di perdere del tempo e di farlo perdere anche a chi aspettava una risposta e un aiuto da me. Mi rendo conto che le condizioni in cui eravamo non ci permettevano di fare altro e da un certo punto di vista ringrazio per aver avuto la possibilità di sperimentare un’attività del tutto nuova. Allo stesso tempo sono rimasta un po’ delusa perché non mi aspettavo che la mia alternanza scuola lavoro iniziasse così. Nonostante tutto però io e i miei compagni abbiamo sperato che le attività potessero cambiare e devo dire che l’anno dopo le cose sono andate decisamente meglio, ma se volete scoprirlo vi consiglio di leggere il prossimo articolo.

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