Gita Austria

Quando all’inizio del pentamestre di quarta ci dissero che saremmo andati in gita in Austria ricordo con piacere il grande entusiasmo che aleggiava tra di noi. Forse perché era la vera prima gita che avremmo compiuto dopo l’incubo del Covid, forse perché già sapevamo che sarebbe stata finalmente l’occasione giusta per staccare dalle mura di scuola e prenderci qualche giorno di vacanza tra amici. Partimmo quindi il 10 di maggio, per poi tornare il 13; quattro giorni destinati a rimanere nei ricordi di molti di noi. Capimmo subito che il viaggio non era cosa da poco, in pullman per almeno 7 ore. Di conseguenza, come in ogni gita che si rispetti, ai danni delle povere orecchie di insegnanti e autista, facemmo davvero molta confusione.

Arrivammo ad Innsbruck nel pomeriggio, prima tappa della gita; qui visitammo il centro storico colmo di edifici di elevato interesse architettonico e storico. Su tutti ricordo le due principali chiese e i rispettivi campanili presenti e soprattutto il Tettuccio d’oro, tetto di un balcone di un palazzo di conti tirolesi, simbolo della città, ricoperto da scandole di rame dorato. Il giorno seguente entrammo in Baviera e visitammo uno dei castelli più celebri della Germania e non solo: il Castello di Neuschwanstein. Il castello fu commissionato dal re Ludovico II di Baviera, desideroso di avere un luogo in cui ritirarsi; il re amava infatti rimanere isolato dal mondo e questo luogo faceva al caso suo. Dopo la sua morte nel 1886 esso fu aperto al pubblico, che chiedeva di visitare uno dei castelli più celebri e fantasiosi dello Stato. Una lunga camminata in salita che rifarei altre cento volte, immersi tra alberi, piante e fiori, con molti amici e tanti sorrisi, ci portò ai piedi dell’imponente struttura.

Il 12 maggio visitammo Salisburgo, città piena di luoghi di interesse. Tra le varie cose che ricordo figurano la casa di Mozart, l’università di Salisburgo, la Residenzplatz (in cui figura anche un cardinale in bronzo di Giacomo Manzù donato alla città dall’artista) e la Fontana della Residenza. Più approfonditamente abbiamo invece visitato la Fortezza di Salisburgo, raggiunta grazie ad una breve funicolare. Nel Fortezza che guarda dall’alto di una collina la città sono contenuti alcuni vecchi cannoni e armi di ogni tipologia, che sono passate sul suolo della città austriaca durante il corso dei secoli. La cosa che più colpisce della fortezza sono gli arredamenti interni, le tipologie di marmo e legno utilizzato e colorato con toni molto più accesi e vivi rispetto ad altre tradizioni europee.

L’ultimo giorno partimmo la mattina per tornare a Torino; in mezzo al viaggio di ritorno una tappa italiana, Verona. Città già visitata da molti di noi ma sempre bella da vedere, anche solo camminando tra le vie e le piazze veronesi. Arrivammo a Torino con il mal di testa, dopo un viaggio lungo pieno, come al solito, di musica e tante risate.

La prima delle due importanti gite liceali era volta al termine e ancora oggi ne ho un ricordo davvero bello.

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