Arte

Se c’è una cosa di cui sono certo è che la mia vita sarà sempre piena di arte. L’arte dei dipinti, degli acquerelli, delle sculture. L’arte che ogni tanto, soprattutto nei giovani, assume un significato contorto e negativo: l’arte è vecchia, noiosa, inutile. Non si possono sentire cose simili per uno che è nato in mezzo a tele, cavalletti e pennelli, pareti piene di opere d’arte tanto da non vedere i muri interni degli appartamenti. Quella persona sono proprio io, Vittorio Taliano. Ho avuto la fortuna, la grandissima fortuna, di nascere in una famiglia immersa nell’arte da più di un secolo.

Tutto iniziò alla fine dell’800, quando mio bisnonno Benedetto dal suo paese natale, Montà d’Alba, arrivò a Torino con la famiglia per gli studi. Nel centro di Torino venne a contatto con gallerie d’arte del tempo, che organizzavano già diverse mostre ed esposizioni. Le gallerie private in questi anni venivano affiancate storicamente da enti e associazioni, alcune ancora esistenti oggi, al tempo importantissime quali il Circolo degli Artisti, la Società Promotrice delle Belle Arti, l’Accademia Albertina di Belle Arti e la Pinacoteca Albertina, la Galleria civica d’Arte Moderna che, promuovendo artisti internazionali e anche e soprattutto nazionali (in particolare piemontesi, per dare sostegno alla corrente figurativa ottocentesca sviluppatasi alla fine del XIX secolo) facevano così diffondere l’arte in tutta la città e in tutte le vie, i caffè, gli eventi organizzati. Mio bisnonno, tra i fruitori di questa grande diffusione, non si fece attendere e iniziò a collezionare con passione le migliori opere che poteva permettersi, allargando i suoi confini culturali partendo dal Piemonte ed estendendoli a tutte le differenti pitture delle regioni italiane e successivamente anche alla pittura europea ed internazionale.

Tra i vari artisti che mio bisnonno collezionò figurano dal Piemonte Angelo Beccaria, Leonardo Roda, Enrico Reycend, Camillo Filippo Cabutti, Federico Pastoris; dalla Toscana Pompeo Massani, Telemaco Signorini, Adolfo Tommasi, Giuseppe Magni; dalla Campania Attilio Pratella, Fausto Pratella, Vincenzo Canino, Felice Giordano. In campo internazionale i nomi noti sono Jacques-François Carabain, Marc Aldine e Pierre Tetar Van Elven.

Mio bisnonno riuscì a tramandare la sua passione sconfinata per l’arte a uno dei suoi tre figli, mio nonno Riccardo. Come me, cresciuto in mezzo alle opere collezionate da suo padre, riuscì presto a sviluppare un’ottima conoscenza, che presto però si sarebbe evoluta anche nelle nuove correnti di arte moderna del novecento, che invece mio bisnonno tendeva a non considerare. Stimolato ed incentivato all’arte, Riccardo iniziò a dipingere frequentando studi di artisti già affermati nel panorama nazionale. Gli esordi furono negli anni cinquanta, ma furono gli anni sessanta la vera rampa di lancio del suo percorso artistico, che durò poi fino al nuovo millennio. Oltre al concepire una propria visione artistica della realtà che ha vissuto, con tutte le influenze che il secondo novecento offriva all’ambiente artistico, nonno aprì anche la sua galleria d’arte La Cittadella, poiché situata proprio vicino all’antica cittadella fortificata della città. In galleria si creò subito l’ambiente giusto, con la frequentazione di diversi critici d’arte, pittori, scultori, artisti e amici vari. Le mostre, personali e collettive, si susseguivano con successo, anche grazie ad un periodo storico che vedeva con grande favore la diffusione dell’arte. Inserito saldamente nei circoli artistici, ed essendone parte integrante, tra gallerie, associazioni e amicizie nate tra colleghi, si sviluppò da subito anche la corposa collezione privata di arte moderna. Facile è stato collezionare pittori e artisti torinesi che mio nonno conosceva bene e che passavano spesso a casa Taliano. Riccardo non si fermò all’ambiente cittadino ma strinse legami di lavoro e a volte di vera amicizia con altre personalità in tutta Italia e non solo. Dalla Svizzera l’eclettico artista ticinese Felice Filippini, dall’Italia nord-orientale e in particolare dal Friuli il floreale Gianni Borta e le importanti figure di Giorgio Celiberti e Giuseppe Zigaina. Da Lombardia ed Emilia-Romagna si ricordano Trento Longaretti e Umberto Lilloni, Carlo Gajani, Armodio e Gustavo Foppiani. Scendendo sino in Sicilia troviamo ancora il palermitano Bruno Caruso. In campo scultoreo i più rilevanti sono Sandro Cherchi, Mario Molinari, Aldo Greco, Virginio Ciminaghi e il nipponico Hisao Yamagata.

Questa totale immersione nel mondo dell’arte, da artisti, collezionisti e galleristi, ha fatto entrare il concetto di arte nel DNA dei Taliano; in casa sono in corso tanti progetti e tante idee fuoriescono all’ordine del giorno. Non smetterò mai di ringraziare la mia famiglia per avermi donato da subito un così grande universo nascosto e ramificato, che necessita di essere studiato e decodificato in tutte le forme più profondamente personali e interiori.  

Follow me!