Aiutando

Aiutando
La più insistente ed urgente domanda della vita è: “Che cosa fate voi per gli altri?”
Martin Luther King

Durante il terzo anno, il PCTO proposto dalla scuola é stata un’esperienza di aiuto tramite piattaforme digitali, tramite un’applicazione scaricabile da tutti gli app store, che aveva come fine quello di aiutare o far sfogare tutti i ragazzi adolescenti. In questo modo, nonostante fossimo in un lockdown avremmo potuto far sentire meno soli i nostri coetanei.

Aiutare i nostri coetanei consisteva nel rispondere tramite chat ai ragazzi, che chiedevano aiuto e stava a noi dopo, rispondere dando consigli e cercare di darli un po’di sollievo.

Prima di aiutare e scrivere sulla piattaforma, abbiamo seguito un corso di formazione di venti ore. Nel quale io personalmente, ho imparato il modo per trovare una soluzione ai conflitti e  di come poter aiutare le persone, come farle sentire meno sole e come favorire uno sfogo sano per poter esternare i problemi che stavano affondando. Avendo bisogno di aiuto i ragazzi si affidavano alla piattaforma e quindi a noi, una fiducia che ritengo molto importante le venti ore che abbiamo trascorso a imparare come essere dei migliori ascoltatori. A mio parere le ore di corso non solo sono state utili ai fini del progetto, ma anche a livello personale, per comunicare meglio e sapere come agire durante una discussione.

Anche se il progetto mi ha subito suscitato molto interesse, sono rimasta poi delusa dal fatto che nel momento pratico, ovvero nel momento in cui potevamo aiutare i nostri coetanei e mettere in pratica le nozioni imparate, purtroppo sulla piattaforma pochissime persone hanno scritto.

Avendo ognuno di noi dei turni, per poter far lavorare tutti, nelle ore, sfortunatamente, in cui io avrei potuto rispondere nessuno ha mai scritto questo contesto mi è davvero dispiaciuto, soprattutto visto l’entusiasmo iniziale. Questa situazione nasce forse dalla poca popolarità che l’app aveva. Nonostante le pagine social e i nostri sforzi di fare in modo che tutti potevano conoscere questa nuovo modo di aiutare, poche persone hanno avuto il coraggio di scrivere.

Forse il progetto non era adatto ai ragazzi nonostante il lockdown, la nostra generazione non si fida molto e penso che si affidi piú a persone che conosce dal vivo e con cui hanno una maggiore confidenza, come gli amici, che persone online che non conoscono.

Nonostante le difficoltà pratiche del progetto, questa esperienza mi lascia alcune nozioni importanti per affrontare i momenti di contrasti con altre persone.