UN GIRO PER I CAFFÈ STORICI DI TORINO

A fine anno, quando ormai tutto era pronto alla conclusione e all’inizio dell’estate, ci siamo immersi nel centro storico di Torino, alla ricerca dei luoghi comuni dei più noti storici italiani, ovvero i bar. 

All’epoca i bar erano luoghi in cui storici o in generale la gente si riuniva per parlare e condividere pensieri ed idee relativi a vari temi, quali: la società, la vita a quel tempo, l’economia… 

Tra i tanti ambienti di Torino, ne abbiamo identificati alcuni. In totale quattro: Caffè Baratti & Milano e Caffè Mulassano, Piazza Castello, Caffè Torino e Caffè San Carlo, Piazza San Carlo e Caffè Al Bicerin dal 1763, Piazza della Consolata. 

Il primo locale in cui siamo entrati e, il più vicino a scuola, è stato Caffè Al Bicerin dal 1763, in cui io e tutta la classe, insieme ai professori, abbiamo voluto provare lo storico e celebre caffè torinese, chiamato per l’appunto “bicerin”. Al suo interno vi è la scritta: “A questo tavolo è tradizione che sedesse il conte Camillo Benso di Cavour 1810-1861 protagonista del Risorgimento e padre dell’unità d’Italia” e proprio tale scritta la si può guardare mentre si sorseggia un buon bicerin. 

Gli altri due locali in cui ci siamo recati sono stati: Caffè Baratti & Milano e Caffè Mulassano, in Piazza Castello. Qui, sotto i portici torinesi, abbiamo potuto gustare dei tramezzini tradizionali e dei tipici dolci e, soprattutto, cioccolatini torinesi. 

Infine, gli ultimi due bar che abbiamo visto da fuori, ma non al loro interno, furono: Caffè Torino e Caffè San Carlo, in Piazza San Carlo. 

In generale, questo giro per il centro storico di Torino è stato molto interessante, soprattutto per il fatto che abbiamo trattato temi scolastici in maniera diversa dal solito, ovvero fuori da scuola, a diretto contatto con i luoghi fisici dove i protagonisti della storia, società e politica italiana si riunivano e discutevano di essa. 

È stata una buona alternativa da proporre a fine anno, per rivedere in parte un pezzo del programma scolastico, in modo alternativo.

COME VISITARE L’AUSTRIA IN 3 GIORNI, PIÙ UNA TAPPA IN ITALIA

A fine anno 2021-2022, stanchi e quasi liberi per l’estate ormai vicina, ci è stato proposto un viaggio d’istruzione in Austria. Ovviamente la proposta è stata accettata senza alcun dubbio, anche perché era la prima gita ufficiale della classe. 

Il tutto è iniziato martedì 10 maggio. Partenza alle 5.30 circa del mattino per arrivare puntuali a Innsbruck, la prima città austriaca che abbiamo visitato. 

Qui, aiutati da una guida, abbiamo potuto ammirare delle peculiarità e degli edifici simbolo della città, come per esempio: il duomo di Innsbruck, la Haus der Musik, ossia la casa delle musica, un luogo di incontro tra artisti di vario genere, un enorme giardino di stile inglese che copre una buona parte della città e altre particolarità. 

Successivamente, essendo l’hotel un po’ decentrato dalla città, siamo dovuti ritornare ai pullman per arrivarci. L’hotel era semplice e nella sua semplicità offriva tutto ciò che un turista desidera: un luogo in cui riposare e stare tranquillo, sia all’interno sia all’esterno, una sala dove mangiare, una reception sempre attiva e soprattutto una camera spaziosa, compresa di terrazza. 

Per il secondo giorno invece, la nuova tappa è stata la Baviera. Infatti, siamo partiti subito con il pullman così da arrivare in tempo per un giro nella cittadina di Füssen e per vedere anche il suo castello, caratterizzato da alcune pitture murali che giocano sull’idea del muro piatto, che a prima vista non sembra per niente piatto. 

Ma non è stato l’unico castello della giornata. Nel pomeriggio ci siamo diretti verso un altro castello di nome “Neuschwanstein”. Questo castello è preceduto da una modesta camminata o eventualmente si può optare per la funivia, che conduce direttamente davanti al castello. Al suo interno non ci hanno abbinati a una guida fisica, ma ci hanno consegnato uno strumento per ascoltare l’audio-guida in italiano. All’interno non era permesso scattare foto ed è un peccato perché molte delle sale e dei dipinti conservati in questo luogo sono unici e soprattutto la vista dall’altezza del castello è un qualcosa di magnifico. La visita non è durata a lungo e quindi siamo poi ritornati ai pullman per il viaggio di ritorno verso l’hotel. 

Questa sera stessa tutti quanti ci siamo diretti a un pub perché c’era la finale di Coppa Italia tra Juventus-Inter, vinta dall’Inter 4-2 e quindi, con un bicchiere di birra in una mano e con l’altra a tenere il telefono per guardare la partita in live, abbiamo passato la serata in compagnia, anche se dopo un po’ io e alcuni miei compagni siamo tornati in hotel prima della fine della partita perché eravamo stanchi. 

L’ultimo giorno in Austria abbiamo cambiato città e ci siamo trattenuti a Salisburgo per visitarla e ovviamente entrare e vedere l’interno della fortezza alta. Le particolarità che ho potuto cogliere da questa città sono: la forte presenza di turisti, soprattutto per la storia di Mozart e della sua carriera musicale, piazze enormi e quindi grandi spazi ed edifici curati e adatti ai residenti e ai turisti, ad esempio con la presenza di fontane, statue, il ponte degli innamorati (vi lascio qui sotto una presentazione riguardante questo ponte) e le vie del centro storico di Salisburgo accoglienti e semplici per chi vuole fare shopping o semplicemente una passeggiata. 

Dalla fortezza sopraelevata, la vista sulla città era spettacolare. Si potevano ammirare dall’alto tutti gli edifici e le piazze e ovviamente anche il fiume di Salisburgo il “Salzach”. 

L’ultimo giorno della gita lo abbiamo passato metà sul pullman e metà a visitare la città italiana di Verona. Qui ci siamo soffermati solo su alcune sue tipicità, per esempio: l’Arena di Verona, che era in restaurazione, la statua e i luoghi di Dante Alighieri, scrittore italiano e autore della “Divina Commedia” e il balcone di Romeo e Giulietta.

Questa è la fine, stanchi ma felici, arrivati finalmente a Torino, ci siamo salutati e siamo tornati ciascuno dalle nostre famiglie. Fortunatamente era venerdì e perciò il giorno dopo si stava tutti a casa e non c’era scuola.

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