COME VISITARE L’AUSTRIA IN 3 GIORNI, PIÙ UNA TAPPA IN ITALIA

A fine anno 2021-2022, stanchi e quasi liberi per l’estate ormai vicina, ci è stato proposto un viaggio d’istruzione in Austria. Ovviamente la proposta è stata accettata senza alcun dubbio, anche perché era la prima gita ufficiale della classe. 

Il tutto è iniziato martedì 10 maggio. Partenza alle 5.30 circa del mattino per arrivare puntuali a Innsbruck, la prima città austriaca che abbiamo visitato. 

Qui, aiutati da una guida, abbiamo potuto ammirare delle peculiarità e degli edifici simbolo della città, come per esempio: il duomo di Innsbruck, la Haus der Musik, ossia la casa delle musica, un luogo di incontro tra artisti di vario genere, un enorme giardino di stile inglese che copre una buona parte della città e altre particolarità. 

Successivamente, essendo l’hotel un po’ decentrato dalla città, siamo dovuti ritornare ai pullman per arrivarci. L’hotel era semplice e nella sua semplicità offriva tutto ciò che un turista desidera: un luogo in cui riposare e stare tranquillo, sia all’interno sia all’esterno, una sala dove mangiare, una reception sempre attiva e soprattutto una camera spaziosa, compresa di terrazza. 

Per il secondo giorno invece, la nuova tappa è stata la Baviera. Infatti, siamo partiti subito con il pullman così da arrivare in tempo per un giro nella cittadina di Füssen e per vedere anche il suo castello, caratterizzato da alcune pitture murali che giocano sull’idea del muro piatto, che a prima vista non sembra per niente piatto. 

Ma non è stato l’unico castello della giornata. Nel pomeriggio ci siamo diretti verso un altro castello di nome “Neuschwanstein”. Questo castello è preceduto da una modesta camminata o eventualmente si può optare per la funivia, che conduce direttamente davanti al castello. Al suo interno non ci hanno abbinati a una guida fisica, ma ci hanno consegnato uno strumento per ascoltare l’audio-guida in italiano. All’interno non era permesso scattare foto ed è un peccato perché molte delle sale e dei dipinti conservati in questo luogo sono unici e soprattutto la vista dall’altezza del castello è un qualcosa di magnifico. La visita non è durata a lungo e quindi siamo poi ritornati ai pullman per il viaggio di ritorno verso l’hotel. 

Questa sera stessa tutti quanti ci siamo diretti a un pub perché c’era la finale di Coppa Italia tra Juventus-Inter, vinta dall’Inter 4-2 e quindi, con un bicchiere di birra in una mano e con l’altra a tenere il telefono per guardare la partita in live, abbiamo passato la serata in compagnia, anche se dopo un po’ io e alcuni miei compagni siamo tornati in hotel prima della fine della partita perché eravamo stanchi. 

L’ultimo giorno in Austria abbiamo cambiato città e ci siamo trattenuti a Salisburgo per visitarla e ovviamente entrare e vedere l’interno della fortezza alta. Le particolarità che ho potuto cogliere da questa città sono: la forte presenza di turisti, soprattutto per la storia di Mozart e della sua carriera musicale, piazze enormi e quindi grandi spazi ed edifici curati e adatti ai residenti e ai turisti, ad esempio con la presenza di fontane, statue, il ponte degli innamorati (vi lascio qui sotto una presentazione riguardante questo ponte) e le vie del centro storico di Salisburgo accoglienti e semplici per chi vuole fare shopping o semplicemente una passeggiata. 

Dalla fortezza sopraelevata, la vista sulla città era spettacolare. Si potevano ammirare dall’alto tutti gli edifici e le piazze e ovviamente anche il fiume di Salisburgo il “Salzach”. 

L’ultimo giorno della gita lo abbiamo passato metà sul pullman e metà a visitare la città italiana di Verona. Qui ci siamo soffermati solo su alcune sue tipicità, per esempio: l’Arena di Verona, che era in restaurazione, la statua e i luoghi di Dante Alighieri, scrittore italiano e autore della “Divina Commedia” e il balcone di Romeo e Giulietta.

Questa è la fine, stanchi ma felici, arrivati finalmente a Torino, ci siamo salutati e siamo tornati ciascuno dalle nostre famiglie. Fortunatamente era venerdì e perciò il giorno dopo si stava tutti a casa e non c’era scuola.

UNA GITA PIENA DI SORPRESE

Tutto è iniziato la notte prima di partire per l’ultima gita di classe, in cui non sono riuscito a prendere sonno. Era abbastanza normale in verità. Di solito la notte prima di un viaggio non riesco mai a riposarmi. Mi sono detto che andava tutto bene e che mi aspettavano ben sei ore di treno da Torino fino alla stazione di Parigi, ma non è andata così. Infatti non ero riuscito a dormire neanche un po’ sul treno. 

Arrivati a Parigi mi sentivo mentalmente stanco, ma voglioso di visitare finalmente la città. 

Appena arrivato in hotel, abbiamo posato la valigia e siamo subito usciti per vedere l’interno della Sainte Chapelle. All’inizio ci sono stati un paio di problemi tecnici, ma alla fine siamo entrati. Subito dopo, abbiamo fatto un giro della città conoscendo in parte la storia di Parigi. Dopodiché, siamo andati a cena in un locale self service. Il cibo non era il più ricercato, ma ci siamo adattati. Infine, abbiamo concluso la prima giornata ammirando il Louvre di sera. 

Il secondo giorno invece abbiamo girato un po’ per la città, visitando un altro quartiere di Parigi. Ci siamo spostati nella zona di Pigalle e Montmartre, ammirando il Moulin Rouge e la vista dall’alto su Parigi. Dopo pranzo, invece, siamo entrati al Musée d’Orsay in cui abbiamo potuto rivedere alcune opere già analizzate in classe e molte altre nuove, incontrando artisti come Courbet, Renoir, Monet, insomma i principali artisti impressionisti e realisti, ma non solo. 

Il terzo giorno è stato il più lungo e, forse, il più pesante. Al mattino abbiamo visitato i Jardin des Tuileries e successivamente siamo entrati al Louvre. E’ stata un’impresa aspettare in coda, ma alla fine siamo riusciti ad entrare. Al suo interno sono rimasto impressionato dalla vastità di opere d’arte che contiene e dalla grandezza di ciascuna di esse. Ci siamo soffermati maggiormente sulle opere analizzate precedentemente in classe, senza escludere altre e numerose opere che incrociavamo lungo la nostra quasi infinita visita (che poi era durata circa un’ora e mezza). Successivamente, dopo il pranzo, divisi in gruppi, ci siamo dati tre destinazioni differenti: un gruppo si era diretto verso il cimitero Père-Lachaise, un altro verso il quartiere de La Défense e infine l’ultimo, in cui c’ero anch’io, all’Orangerie. L’Orangerie è un museo in cui si possono ammirare dipinti stesi su lunghe strisce di parete. Al centro delle poche sale che ospitavano tali dipinti c’erano una sorta di divani che aiutavano a osservare e a concentrarsi sulle opere esposte. Scendendo di un piano, vi era una zona ristoro con bar e vi era anche sistemata un’ulteriore mostra, comprendente numerosi artisti, quali Picasso e altri anche italiani. 

Finalmente o sfortunatamente, era questa la sensazione che provavo all’alba dell’ultimo giorno: finalmente è finita, dovuto dalla stanchezza o sfortunatamente è finita, causato da un sentimento di infelicità. Ma come è consuetudine dire, tutto è bene ciò che finisce bene. Ma non era ancora finita la nostra esperienza in Francia infatti, dopo colazione, ci siamo spostati nel quartiere latino visitando anche la zona delle università e dei locali dove pranzare, sia per i turisti sia per i residenti. Qui abbiamo assistito anche a una sorta di manifestazione dei netturbini. Dopo il tempo libero e il pranzo, siamo tornati all’hotel e, prese le valigie, ci siamo diretti verso la stazione dei treni di Parigi. Saliti sul treno, ci restavano circa sei ore e saremmo tornati a casa, a Torino. 

Questa doveva essere la fine, ma purtroppo non è andata proprio così. Abbiamo avuto un ritardo di circa due ore e, in più, mi sono capitate due disgrazie: la prima, una valigia mi è caduta dal vano porta valigie su una gamba e la seconda è che l’altra gamba era tutta impregnata da un succo di dubbia provenienza che qualcuno/a mi aveva rovesciato, senza accorgermene e senza che quello/a me l’avesse fatto notare. 

Apparte tutto, è stata una gita piena di emozioni e di sentimenti positivi e negativi, ma come è giusto che sia. Mi ha fatto molto piacere vivere quest’ultima esperienza con i miei compagni di classe o, per meglio dire, amici. 

Ecco. Questa è la vera conclusione.

“A STRANGE NOVEL FOR A STRANGE PERSON”

Hey, this is an interesting article which you can read and enjoy. It’s about a story, a peculiar story but you might read it right below.

Have you ever heard about the most famous novel of R. L. Stevenson, “The strange case of Dr Jekyll and Mr Hyde”? It’s a particular novel in which science, horror and mystery are combined to create a perfect match in the story.

This novel is about a scientist, called Dr Jekyll, who wanted to do an experiment: divide the good and the evil side of a person. He experienced it first-hand and the result was firstly, the real division of the good (Dr Jekyll) and the evil side (Mr Hyde) but secondly, he understood that he couldn’t control the evil part anymore. 

At the end of the story a letter was found, left by Dr Jekyll for his friends, as the last memory of him before his death. His death was clearly linked and caused by his strange experiment. 

What you can learn thanks to this topic is to be determined about your thoughts and ideas and to fight for them, like Dr Jekyll did until his death. 

I chose this topic first of all, because it’s an interesting and peculiar novel, in fact I honestly like horror and mystery stories and secondly, for its central theme, the human being, not only for his good characteristics but also for his bad features. 

I recommend it to all the people who love this kind of stories and, in general, to everyone because it’s very fascinating and certainly not boring.

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