TIROCINIO ALLE ELEMENTARI

Dalla nostra professoressa di scienze umane ci è stata proposta una cosa nuova, una sorta di tirocinio alla scuola primaria.

Io ero con due mie compagne di classe e insieme ci siamo messe alla prova per fare questa esperienza nuova non così semplice.

Abbiamo fatto cinque incontri con questa classe che era la 1B.

Il nostro scopo con questo tirocinio era proprio quello di mettere in pratica ciò che studiamo da oramai cinque anni.

Devo dire che prima d’ora non mi era mai capitato di poter avere questa opportunità all’interno di una scuola, cosa che risulta molto utile.

Il primo incontro è stato principalmente di osservazione e conoscenza e abbiamo avuto quindi modo di capire chi ci trovavamo davanti.

Sin dal primo incontro ho avuto una particolare attenzione verso una bimba di nome Jamila, ha sei anni ed è stata adottata da poco da una famiglia, prima dell’adozione è rimasta in affidamento in una sorta di comunità.

Jamila è una bimba molto affettuosa, molto curiosa ed intelligente.

Nel periodo in cui ha vissuto in comunità è sempre stata a contatto con ragazzi di tutte le età maggiormente ragazzi molto più grandi di lei e quindi avendo vissuto per molti anni li è entrata subito in sintonia con loro.

Appunto per questo Jamila è una bimba che tende a stare con persone che lei ritiene più grandi e tende a non staccarsi per paura di stare poi sola.

Io sono entrata sin da subito in sintonia con lei, e lei di conseguenza con me.

Le volte che ci vedevamo tendeva a non staccarsi da me, mi saltava spesso addosso, anzichè stare seduta sulla sedia al banco voleva stare in braccio a me, ha iniziato spesso a farmi domande e così via con tanti altri atteggiamenti che fanno capire che jamila ha sicuramente vissuto qualcosa di non bello, ha paura che una persona alla quale lei si affeziona, possa lasciarla sola, proprio come purtroppo le è successo nel corso della sua vita con l’abbandono.  

Allora mettendo in pratica ciò che ho studiato di pedagogia, e confrontandomi con la psicologa della scuola, ho deciso di utilizzare un metodo con lei per far si che tutto funzionasse al meglio.

Questo metodo funzionava in questo modo: tutte le volte che Jamila aveva bisogno di una coccola, doveva prima finire ciò che stava facendo quindi un determinato compito in un tot di tempo così facendo, poi poteva avere il “momento coccola” stabilito da me in accordo con lei.

Devo dire che con il passare del tempo che la vedevo la cosa funzionava sempre al meglio.

Ho avuto modo di conoscere tanti altri bimbi di quella classe, e poter capire un pò quali fossero le loro difficoltà.

Mi hanno insegnato tanto tutti uno ad uno, e mi hanno fatto capire che ciò che vorrei fare nella vita si avvicina molto a questo.

È stata un’esperienza molto arricchente, finalmente sono riuscita a mettere in pratica ciò che studio. 

Questa esperienza ha avuto i suoi pro e i suoi contro, sicuramente mi ha spronata in tante cose che prima non avrei fatto e non mi sarebbero mai venute in mente ma grazie ai miei studi è stato più facile, la parte un po’ più negativa è stato il fatto che non facciamo parte di quella classe, tantomeno siamo delle maestre quindi c’era quel timore ogni tanto di quello che dovevamo fare.

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