Testimonianze di Suor Jeanne d’Arc e di Suor Patricia

Durante l'incontro di martedì 10 novembre di questo anno scolastico, abbiamo ascoltato le testimonianze di Suor Jeanne d'Arc e di Suor Patricia, due suore salesiane che operano rispettivamente in Siria e in Guatemala. Il tema dell’incontro è stato l’emigrazione. Nel caso della Siria si è parlato dell’emigrazione, principalmente verso l’Europa, causata dalla distruzione che la guerra ha lasciato nel paese e che ha privato i giovani di un futuro. Parlando invece con Suor Patricia è stato toccato il tema più generale che riguarda le rotte migratorie del Sud America, soprattutto dirette verso gli Stati Uniti.

La testimonianza di suor Patricia è quella che più mi ha colpito. Ci ha fatto aprire gli occhi sulla povertà di paesi come El Salvador, Guatemala e Nicaragua, una realtà di cui spesso non ci arrivano molte informazioni dai media e dove i Cartelli gestiscono i flussi migratori arricchendosi. In questo caso, come spiegato da suor Patricia, le persone cercano di andare negli Stati Uniti per guadagnare il denaro necessario al sostentamento della famiglia. Infatti il costo della vita in molti paesi del Sudamerica è troppo alto rispetto al salario medio e per questo anche i bambini sono costretti a iniziare a lavorare senza poter continuare il percorso scolastico. Lo stato di povertà genera un senso di insicurezza nelle persone e le porta a fare  la coraggiosa scelta di emigrare, affrontando il viaggio per arrivare fino alla frontiera con gli USA spesso costoso e pericoloso.

Mi ha colpito il fatto che queste persone, inseguendo il sogno di un futuro migliore per sé e per la propria famiglia, si indebitano e senza alcuna sicurezza affidano la propria vita ai coyote (guide, le sole persone che conoscono i percorsi che possono seguire i migranti). A volte riescono a saltare sul treno della morte, “la Bestia”, che attraversa l’America Centrale e che deraglia molto frequentemente causando spesso la morte dei migranti. Attraversano, quindi, i territori di diverse nazioni rischiando di venire catturati e di essere coinvolti nei traffici illeciti dei Cartelli, per poi spesso non riuscire nemmeno a entrare negli Stati Uniti ed essere rimpatriati nei loro paesi d’origine.

Come emerso molte volte nel corso questo incontro:

“Migrare è un diritto di tutti e come tale deve essere rispettato”