ECCOMI, MI PRESENTO  

Presentazione me stessa

Sono valentina e ho 18 anni.
Vivo in una famiglia molto numerosa, siamo in 5: io, mia mamma, mio papà e le mie due sorelle.


I miei genitori sono due persone molto in gamba, mio papà è preside della “Scuola Media Don Bosco” – Valdocco, mia mamma una maestra presso la scuola Primaria “Nino Costa”.
Sin da giovani sono sempre stati a contatto con ragazzi, hanno sempre frequentato l’oratorio, hanno aperto un centro diurno per ragazzi minori con disagio.
Ho un cane al quale sono molto affezionata, desideravo tanto averlo, è così è stato grazie ad un regalo dei miei genitori e dei miei nonni.
Pratico danza da quasi dieci anni: è la mia più grande passione. E’ la stessa scuola che ha frequentato mia mamma quando era giovane.
Ho un gruppo eccezionale, con queste mie compagne: le conosco da quando ho nove anni e siamo tantissimo unite, cosa importantissima perchè quando si è sul palco tutte insieme l’intesa dev’essere massima.


Oltre alla danza ho un altra grande passione : cantare.
Ho scoperto questa mia dote in terza media, durante le lezioni di musica quando il mio professore di musica ci ha fatti cantare un po’ , e la mia voce venne subito fuori, si girò verso di me e da lì iniziò un lungo percorso dove mi seguitte parecchio e mi spronava sempre di più a far meglio.
Insieme al gruppetto di “coro” del venerdì pomeriggio ci portava a fare i concerti dentro le chiese a cappella, insomma dei bei momenti arricchenti mai fatti prima.
Finite le medie, non volevo abbandonare questa mia dote, quindi mi sono iscritta in una scuola, dove praticavo lezioni da solista con una maestra molto brava.
Purtroppo con l’arrivo del covid sono stata molto limitata per queste lezioni, infatti avrei dovuto farle da casa, ma non era fattibile perdeva il senso del bello di una lezione di canto.
Quindi con questa lunga durata della pandemia, sono stata costretta a lasciare questa scuola di canto.
Ora come ora il canto l’ho lasciato un po’ a parte, mi sto dedicando alla danza siccome abbiamo in mente alcuni progetti e alcune gare.
Probabilmente però canterò al saggio di fine anno di danza in un pezzo “musical” che faremo.
Insomma come si può aver percepito per me la musica è veramente tutto, può essere una salvezza, è di compagnia insomma la musica ha un potere di coinvolgimento grandissimo.
Per quanto riguarda la scuola, sto facendo il liceo delle scienze umane, e sono al quinto anno. Prima di arrivare in questa scuola, frequentavo il “Marie Curie” a Collegno, sin dal primo anno non mi sono trovata bene, quindi ho cambiato scuola e sono venuta qua al “Maria Ausiliatrice” dove sin da subito gli insegnanti mi hanno accompagnata nel mio percorso.
Parlando di me stessa io sono una ragazza molto solare, con tantissima voglia di fare, non sto un attimo ferma, mi metto sempre a disposizione per gli altri quindi aiutare chi è in difficoltà.
Al contrario sono una ragazza abbastanza permalosa, un po’ impulsiva, alle volte troppo frenetica e un po’ insicura su certe cose.
Infine mi affeziono molto in fretta alle persone che in realtà non si può definire né un pregio né un difetto a mio parere.
Sono fidanzata da quasi due anni, e grazie a lui che mi sta affianco, sono migliorata davvero in tante cose, che prima d’ora non avrei mai immaginato potesse accadere.
Ho la fortuna di essere circondata da belle persone in ogni luogo che frequento, mi rendo conto di non avere un carattere molto facile ma le persone che mi vogliono bene davvero sanno come prendermi.
Ho una famiglia bellissima, a partire dai nonni, dagli zii, dai miei genitori, insomma dovessi mai sentirmi un po’ sola o giù di morale, avrei l’imbarazzo della scelta su chi affidarmi.

TIROCINIO ALLE MEDIE

Questo tirocinio lo abbiamo fatto all’interno della nostra scuola ma appunto con i ragazzi delle medie.

Abbiamo fatto tre incontri, io con altre due mie compagne mi trovavo nella sezione B con una prima media, quindi sempre piccolini.

Questa classe ci era stata presentata non del tutto in modo positivo, nel senso che si trattava di una classe molto vivace con anche 2 o 3 elementi di disturbo, con una sospensione attiva, data a loro pochi giorni prima dal nostro arrivo per l’attività.

Arrivato il giorno del tirocinio io e le mie compagne siamo entrate in classe e ci siamo presentate ai ragazzi e alla professoressa.

La professoressa ci ha messo subito a nostro agio e mentre i ragazzi svolgevano i loro compiti lei a grandi linee ci ha spiegato un pò quella che è la situazione in classe, indicando a noi successivamente i tre ragazzi con sospensione attiva.

Il motivo per il quale sono stati sospesi è per il fatto che due di loro si sono messi le mani addosso e un altro ha contribuito mischiandosi.

Tutto ciò è avvenuto perché la gomma di uno dei tre ragazzini l’ha lanciata dall’altre parte della classe cercando di fare uno scherzo simpatico che poi si è trasformato in tutt’altro.

Poteva sicuramente succedere qualcosa di molto peggio, certo è che le mani addosso se le sono messe, quindi il preside in accordo con la professoressa nonché coordinatrice delle classe hanno preso questa decisione.

In sostanza io e le mie altre due compagne di classe avevamo il compito di stare affianco maggiormente a questi tre ragazzi e aiutarli un po ‘ nella fase di crescita.

Conoscendoli un pò più a fondo e sapendo ciò per il quale sono stati sospesi, mi viene da dire che sono cose che capitano molto spesso alla scuola secondaria.

Sono tre ragazzi sicuramente con delle difficoltà sul comportamento, ma sicuramente avranno modo durante la fase di crescita di darsi da fare per migliorare.

Avendo avuto modo appunto di entrare un pò più nello specifico con loro ho notato che si tratta di tre ragazzini appena usciti dalle elementari che stanno entrando in una vita completamente diversa da quella che era alla scuola primaria.

Io e le mie compagne avevamo pensato di fare un’attività con tutta la classe che potesse coinvolgere maggiormente i tre bimbi con sospensione e che potesse farli risaltare come una sorta di “guida” per la classe, siccome quotidianamente per l’andamento che hanno non sono proprio visti come punti di riferimento per la classe.

Si tratta davvero di tre ragazzi molto buoni che sicuramente cresceranno se saranno seguiti per bene.

Purtroppo non siamo riuscite con i tempi a fare questa attività con tutta la classe e la cosa ci è spiaciuta molto, ma siamo comunque riuscite ad entrare in relazione con loro facendo affiancamento.

Mi sono messa in gioco anche con la matematica, siccome per me è una materia un po ostica, e siccome siamo capitate proprio nelle due ore di matematica e geometria, sono entrata ancora di più in relazione con i bimbi aiutandoli e capendo insieme come poter risolvere quel determinato esercizio.

Come esperienza non sento che mi abbia arricchito così tanto quanto la primaria, perchè mi sento di essere entrata meno in relazione con i bimbi, essendo anche un pò più grandi; però sicuramente è stata sempre un’esperienza molto arricchente.

FARM TO FORK

Durante il corso del quarto anno come classe abbiamo partecipato al progetto “Farm to Fork”

La Farm to fork è la strategia che guiderà la transizione ecologica, verso un sistema alimentare sostenibile, a basso impatto ambientale, a favore della protezione dell’ecosistema ed a contrasto del cambio climatico.

Nell’ultimo anno si sente sempre più parlare della Farm to fork. Ovvero l’adozione da parte dei paesi di un sistema sostenibile dal punto di vista sociale ed ambientale nel settore alimentare. L’Europa vuole diventare il primo continente climaticamente neutro grazie al European Green Deal.

Gli obiettivi sono aumentare la sostenibilità economica, migliorare la qualità della vita e della salute delle persone e, infine, prendersi cura dell’ambiente.

Durante la durata di queste lezioni, ci siamo divisi in gruppi e ognuno di noi aveva il compito di gestire il terreno in diversi modi.

Personalmente non mi è parso molto inerente al mio percorso di studi questo pcto, però sicuramente mi ha fatto imparare cose nuove ed interessanti.

PAV

Con la scuola abbiamo fatto il pcto presso il PAV.

Il PAV nonchè parco arte vivente che è un centro sperimentale d’arte contemporanea è un museo e centro di ricerca italiano con sede nella città di Torino, nel quartiere Filadelfia.

Durante il quarto anno abbiamo fatto vari incontri con la nostra “tutor” di nome Elisabetta che ci ha insomma accompagnato in tutto il percorso.

Lo scopo di questo incontro era proprio quello di imparare a vivere di più in mezzo alla natura e saperla rispettare nel migliore dei modi.

All’interno di questo parco è pieno di verde, c’è un alveare dove le api hanno modo di creare il loro miele, inoltre è pieno di piantine e strutture pensate per mantenere in vita la vegetazione.

Insomma il senso è proprio quello di vivere due realtà differenti, tra il fuori quindi con macchine, tram e smog, mentre dentro si apre un’altra realtà.

Elisabetta ci ha fatto visitare questo posto subito il primo giorno, facendoci fare delle attività anche di riflessione, ci ha fatto sedere sui prati, abbiamo toccato fiori e sentito i vari profumi.

Insomma non è una cosa che capita tutti i giorni potersi immergere come se fossi in una campagna quando in realtà ti ritrovi in mezzo alla città.

Per concludere l’attività, finito l’incontro al pav, abbiamo organizzato una sorta di progetto con i bimbi delle elementari.

L’attività consisteva nel piantare dei semini che avrebbero fatto nascere poi delle meravigliose piantine.

Abbiamo parlato anche un po’ della natura e dell’importanza che ha in città.

L’attività è riuscita molto bene, ed è stata sicuramente pertinenti al nostro percorso di studi.

L’unica cosa forse un pò meno idonea è stata l’attività con Elisabetta, siccome trattavamo di natura e poco di relazione con i bambini.

CMAP

All’inizio di Aprile un sabato mattina, mia mamma (maestra della scuola primaria) mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto o meno andare ad aiutarla con dei bimbi di quarta e quinta elementare durante un progetto.

Io senza esitare dissi di si, perchè ho voglia di fare esperienza per capire ancora di più quel che vorrei fare poi un altro anno e sono convinta sempre di più che stare dietro ai bimbi è ciò che mi piace fare.

Arrivato quel giorno andai con mia mamma nella sua scuola, e andammo nella sala informatica siccome questo progetto era da fare principalmente al computer.

I bimbi presenti in quella mattina, erano la maggior parte con un PDP, due o tre saranno stati senza. 

Questo progetto aveva lo scopo di insegnare ai bambini come fare delle vere e proprie mappe di studio efficaci sia per lo studio sia per un’eventuale interrogazione o verifica. 

Quest’ applicazione si chiama CMAP, ed è molto utile per fare degli ottimi schemi.

I bambini erano super contenti di fare questo tipo di progetto, nonostante fosse sabato mattina ed erano ancora a scuola dopo una lunga settimana, ma comunque è stato molto funzionale.

Questa applicazione può usarla chiunque esso voglia siccome è utile per tutte le età.

Fare le mappe al computer è un modo alternativo al farle su un foglio di carta, con CMAP viene tutto sicuramente ordinato ed ogni cosa ha il suo spazio senza accavallare nulla.

All’inizio il procedimento può risultare noioso perché non si è ancora abituati, ma poi più si prende la mano e più diventa semplice.

Ma soprattutto per un bambino con iperattività quindi un ADHD che ha bisogno costantemente di movimento oppure di cambiare sempre ciò che fa, è utile questo nuovo metodo per fare mappe perchè lo portano a fare qualcosa di diverso anzichè stare sempre sul libro o sul quaderno come funziona regolarmente in classe.

L’incontro è durato 4 ore interrotte successivamente da un intervallo di mezz’oretta.

Durante quelle quattro ore mi sono messa in gioco, io non sono molto tecnologica ma in un modo o nell’altro ho dovuto fare, quindi mi sono buttata.

Ho notato che molti bimbi riscontrano difficoltà con l’uso del computer non sapevano bene come mettere mano, con un pò di pazienza in quelle quattro ore siamo riuscite a fargli migliorare un pò anche su quell’aspetto.

ANIMAZIONE CENTRO ESTIVO

Quest’estate ho fatto l’animatrice presso l’Oratorio Don Bosco di Rivoli.

Luogo che frequento sin da quando sono piccola.

È da tre anni che sono diventata animatrice li, e mi sono sempre occupata dei bimbi di 1-2 e 3 elementare.

Come esperienza è molto arricchente, a me fare l’animatrice piace proprio tanto soprattutto relazionarmi con persone diverse ogni giorno.

Mi sono affezionata molto al mio oratorio, a chi ne fa parte e ai bimbi che lo frequentano ogni estate.

Mi sono sempre messa a disposizione per qualsiasi cosa, soprattutto avendo un gruppo di bimbi molto piccoli la cosa mi sembrava molto più interessante.

I primi anni sono stati stupendi, quest’ultimo un po ‘ meno; le cose sono cambiate decisamente da quando ad esempio facevo l’animata oppure durante il mio primo anno da animatrice.

Molti animatori se ne sono andati qualche anno fa ne sono rimasti alcuni ma la maggior parte sono coloro che non conoscono bene l’ambiente e di esperienza ne hanno fatta poca.

Ma nonostante ciò gli anni che ho passato lì sono stati i più belli.

Ogni venerdì il mio oratorio propone una gita in piscina con tutto l’oratorio, e ogni animatore ha il compito di tenersi il proprio gruppetto della propria equipe e seguirlo fino a fine giornata.

Non è così semplice ed è molto stancante, ma si attiva una sorta di protezione, che ti invoglia ancora di più a seguire i bambini e ad avere molta responsabilità.

Un’altra gita fuori porta è stata allo zoom, siccome seguivo una equipe di bimbi molto piccoli, ci è sembrato carino farli andare lì e fargli fare altri tipi di esperienze.

Insomma animare riempie il cuore di gioia, fa crescere umanamente, insegna molto, difatti bisogna accogliere sempre le proposte fatte da chiunque anche dal più piccolo, ma qualcosa lo si impara sempre. 

È un bel mondo.

Fare l’animatrice è sempre stato il mio sogno,ma soprattutto è stato quel campanellino d’allarme che mi ha fatto capire ancora meglio, che la mia strada da percorrere in futuro è proprio questa.

Stare affianco ai bambini e dargli qualcosa di me ogni momento.

BIBLIOTECA CAA

Insieme alla professoressa di scienze umane abbiamo iniziato un progetto in base agli studi che abbiamo fatto durante questo quinto anno.

Questo progetto lo abbiamo impostato nella biblioteca che abbiamo a scuola.

La CAA è l’abbreviazione di “comunicazione alternativa aumentativa” ovvero quell’insieme di conoscenze,tecniche, strategie e tecnologie atte a semplificare ed incrementare la comunicazione nelle persone che hanno difficoltà ad usare i più comuni canali comunicativi, principalmente nella comunicazione verbale e orale.

Queste difficoltà si possono avere a causa di patologie cognitive o acquisite nel tempo.

Durante questo nostro progetto abbiamo stampato tantissime immagini da attaccare in biblioteca per ogni sezione della materia,quindi ad esempio per spiegare a chi non sa leggere qual è la sezione di italiano, abbiamo stampato la bandiera dell’Italia, un libro e li abbiamo accostati. 

Questo permette a chi non sa leggere di sapersi muovere nella biblioteca e capire meglio cosa gli sta attorno.

Questa tecnica è utilizzata anche per gli stranieri che magari non conoscono la nostra lingua.

Devo dire che anche se con molto impegno e costanza, la biblioteca è venuta molto bene ed è assolutamente inerente al mio percorso di studi, in futuro quando mi troverò davanti una persona che non saprà leggere perchè avrà difficoltà, saprò come rimediare.

TIROCINIO ALLE ELEMENTARI

Dalla nostra professoressa di scienze umane ci è stata proposta una cosa nuova, una sorta di tirocinio alla scuola primaria.

Io ero con due mie compagne di classe e insieme ci siamo messe alla prova per fare questa esperienza nuova non così semplice.

Abbiamo fatto cinque incontri con questa classe che era la 1B.

Il nostro scopo con questo tirocinio era proprio quello di mettere in pratica ciò che studiamo da oramai cinque anni.

Devo dire che prima d’ora non mi era mai capitato di poter avere questa opportunità all’interno di una scuola, cosa che risulta molto utile.

Il primo incontro è stato principalmente di osservazione e conoscenza e abbiamo avuto quindi modo di capire chi ci trovavamo davanti.

Sin dal primo incontro ho avuto una particolare attenzione verso una bimba di nome Jamila, ha sei anni ed è stata adottata da poco da una famiglia, prima dell’adozione è rimasta in affidamento in una sorta di comunità.

Jamila è una bimba molto affettuosa, molto curiosa ed intelligente.

Nel periodo in cui ha vissuto in comunità è sempre stata a contatto con ragazzi di tutte le età maggiormente ragazzi molto più grandi di lei e quindi avendo vissuto per molti anni li è entrata subito in sintonia con loro.

Appunto per questo Jamila è una bimba che tende a stare con persone che lei ritiene più grandi e tende a non staccarsi per paura di stare poi sola.

Io sono entrata sin da subito in sintonia con lei, e lei di conseguenza con me.

Le volte che ci vedevamo tendeva a non staccarsi da me, mi saltava spesso addosso, anzichè stare seduta sulla sedia al banco voleva stare in braccio a me, ha iniziato spesso a farmi domande e così via con tanti altri atteggiamenti che fanno capire che jamila ha sicuramente vissuto qualcosa di non bello, ha paura che una persona alla quale lei si affeziona, possa lasciarla sola, proprio come purtroppo le è successo nel corso della sua vita con l’abbandono.  

Allora mettendo in pratica ciò che ho studiato di pedagogia, e confrontandomi con la psicologa della scuola, ho deciso di utilizzare un metodo con lei per far si che tutto funzionasse al meglio.

Questo metodo funzionava in questo modo: tutte le volte che Jamila aveva bisogno di una coccola, doveva prima finire ciò che stava facendo quindi un determinato compito in un tot di tempo così facendo, poi poteva avere il “momento coccola” stabilito da me in accordo con lei.

Devo dire che con il passare del tempo che la vedevo la cosa funzionava sempre al meglio.

Ho avuto modo di conoscere tanti altri bimbi di quella classe, e poter capire un pò quali fossero le loro difficoltà.

Mi hanno insegnato tanto tutti uno ad uno, e mi hanno fatto capire che ciò che vorrei fare nella vita si avvicina molto a questo.

È stata un’esperienza molto arricchente, finalmente sono riuscita a mettere in pratica ciò che studio. 

Questa esperienza ha avuto i suoi pro e i suoi contro, sicuramente mi ha spronata in tante cose che prima non avrei fatto e non mi sarebbero mai venute in mente ma grazie ai miei studi è stato più facile, la parte un po’ più negativa è stato il fatto che non facciamo parte di quella classe, tantomeno siamo delle maestre quindi c’era quel timore ogni tanto di quello che dovevamo fare.

HUMAN JUNGLE

Durante il terzo anno, abbiamo fatto per il pcto un’attività chiamata Human Jungle.

Questa attività consiste nell’aiutare chi è in difficoltà, è fatta online e consiste nel inserirsi in questa piattaforma e aspettare che ti scriva l’utente in anonimo. 

Noi come classe ci siamo messi a disposizione scaricando l’applicazione, e l’attività funzionava nell’aiutare nostri coetanei o comunque ragazzi giovani in qualsiasi loro problematica.

Ci era permesso rispondere a tutto a parte delle situazioni un pò più delicate, e in quel caso ovviamente si faceva riferimento a Matteo il nostro “tutor” di questo pcto.

Personalmente non saprei dire com’è stato e come mi sono sentita ad aiutare, perchè le volte che ho fatto l’accesso a questa applicazione mai nessuno mi ha mandato richiesta d’aiuto.

Come esperienza secondo me è utile e inerente all’indirizzo che faccio di scienze umane, però un pò difficile più che altro perchè per fare questo tipo di attività bisogna avere molte più basi.

Come inizio però devo dire che mi è piaciuto molto ed è stato interessante.

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