Mi chiamo Gabriele Longo, ho 19 anni, sono nato e vivo a Torino. Le radici della mia famiglia si diramano tra i monti del Veneto e il mare della Sardegna. Mare e montagna hanno un posto speciale nella mia vita, non solo per le origini. Con la sua imponenza, i suoi infiniti spazi, la montagna ricorda sempre all’uomo non distratto quanto egli sia infinitamente piccolo di fronte al mondo, all’universo in cui vive. Mentre il mare è l’espressione pura dell’irrefrenabile forza della natura. Con il mare ho un rapporto speciale, perché possediamo entrambi la stessa anima a tratti serena e calma, a tratti tempestosa. Questo spirito un po’ irrequieto, un po’ tempestoso, mi spinge da sempre a cercare nuove sfide, nuove esperienze, nuove avventure.
Credo che per andare avanti ogni giorno siano necessari obbiettivi, speranze, ambizioni e passioni da coltivare sempre con l’umiltà di voler imparare e di migliorarsi.
Una mia grande passione è lo sport, che mi permettono di mettermi alla prova con sempre qualcosa di nuovo. Scherma, nuoto, Judo, calcio, equitazione, atletica. Insomma, mi piace cambiare, è vero anche questo. Ognuno di questi mi ha lasciato qualcosa di essenziale ma forse gli sport più significativi sono stati per me l’equitazione e la scalata, grazie alla quali ho imparato a coltivare un rapporto con la natura che Dio ha creato. In entrambi lo sportivo dipende dalla natura, dal cavallo, dalla roccia. Ma anche il calcio e quelle sporadiche partite di pallavolo, che mi hanno insegnato a uscire dal campo consapevole di aver bruciato anche quei rimasugli di energia rimasti, ma non per sé stessi, per chi era in campo con me, perché negli sport di squadra i compagni dipendono da te e tu da loro. È una sfida non da vincere, o almeno combattere, per sé, ma per i propri compagni. Sport come la pallavolo ti permettono di arrivare alla fine dicendo… mamma mia, meno male che il mio compagno ha ricevuto quella schiacciata, meno male che ha fatto punto. Nel calcio ancora di più. Io era portiere, quindi ero protagonista di una bassissima percentuale di partita, che nella sua quasi totalità era affidata ai piedi dei miei compagni. Ma quando toccava a me… quando tocca al portiere essere protagonista può finire solo in due modi: Vittoria o sconfitta… ma non solo per me, per il portiere stesso, ma per tutta la squadra!
Anche la manualità la ritengo importante e ho trovato un bel passatempo per tenerla allenata, il modellismo. Ci vuole pazienza e mano ferma certo, ma mi diverto. Il modellismo lo unisco ad un’altra passione che ho sin da piccolo, le navi e gli aerei da guerra. È necessaria una distinzione. Odio la guerra ma la tecnologia e le strategie mi hanno sempre affascinato. Il mio sogno, il mio obbiettivo è poter entrare nella Marina Militare italiana, unendo così la mia passione per le navi e per il mare, con l’obbiettivo di poter proteggere chi ogni giorno naviga sulle meravigliose distese blu, che da millenni uniscono le popolazioni del pianeta!

    PAGE TOP