MI PRESENTO

Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai mai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso

Gabriel Garcia Marquez

Un titolo così semplice per un argomento così complesso: come si può riassumere 19 anni della vita di una persona nero su bianco in un articolo di un blog?

Potrei iniziare elencandovi tutte le mie qualità, i miei punti di forza e ignorare le difficoltà, ma sono proprio quelle che plasmano gli uomini. La reazione di fronte ai problemi e la loro risoluzione esprime molto di più una persona rispetto a quei momenti di tranquillità apparente nei quali sembra di essere in attesa, sospesi, aspettando il compiersi della vita.

Se ripenso a tutto quello che è successo negli ultimi 5 anni che ho vissuto una sola parola mi sorge alla mente: cambiamento.

Sono cambiata e maturata sotto ogni aspetto della mia vita, a partire dal piano fisico, forse quello più riconoscibile e immediato, fino a quello spirituale e mentale.

Nel tempo ho cambiato il mio modo di vedere le cose di sperimentare la vita, non sono più quella bambina timida e impaurita che ero alle elementari, o quella strana e goffa delle medie, sicuramente alle superiori non sono ancora diventata la versione migliore di me stessa, ma ci sto lavorando.

Da piccola molte volte mi è stato detto di non parlare, che ero “ingombrante” o che semplicemente quello che avevo da dire non era importante, ma ora so che non è vero.

Ero arrivata ad un punto in cui davvero credevo che era meglio se fossi rimasta in un angolo in silenzio, a guardare le altre persone sperimentare la loro vita e vivere degli scarti che lasciavano. 

Ma mi sono resa conto che quello era solo sopravvivere.

Non potevo aspettare che qualcuno sarebbe venuto magicamente a salvarmi come il principe azzuro delle favole e quindi ho deciso io stessa di diventare quel cavaliere.

Ho preso in mano la mia vita, iniziando finalmente a decidere per me stessa.

Ho cominciaro a lavorare su me stessa e sul migliorarmi, non per me stessa, ma come sorta di vendetta per le persone del mio passato, per mostrare quanto fossi migliorata da quando mi ero allontanata da loro. Senza rendermene conto mi sono rinchiusa in una bolla di finta perfezione e compiutezza per non mostrare al mondo quanto in realtà fossi stata ferita.

Era più facile cercare di tenere tutto sotto controllo, valutare ogni mossa, ogni situazione e ogni possibile conseguenza in modo da non lasciare nulla al caso, era facile, finche non è lo è stato più e non ha iniziato a schiacciarmi il peso di ogni cosa.

Ero diventata soffocante per le persone che mi stavano accanto, ogni cosa era diventata una continua competizione, dovevo sempre dimostrare di essere la migliore per non tornare ad essere invisibile, avevo deciso che era meglio farmi “terra bruciata” attorno che tornare a vivere come prima, solo che non avevo effettivamente realizzato quanto sola mi sarei sentita.

La mia armatura era sempre lì, indurita da anni di rabbia repressa e paura di mostrarsi al mondo, ma iniziava a scheggiarsi perchè non riusciva a reggere il peso delle responsabilità e dello stress che mi autoinfliggevo. 

Le crepe aumentavano e spiraglio dopo spiraglio aumentava la mia paura, fino ha quando ha preso il sopravvento e sono partita, quasi come se stessi scappando, in Irlanda.

Lì nessuno mi conosceva, era la mia chance di ricominciare e l’ho colta.

L’armatura così come l’avevo creata l’ho tolta e mi sono mostrata, forse per la prima volta al mondo, in un paese straniero, come la vera me. Ho scoperto che Emma non era così male.

Il vero problema è sorto una volta tornato in Italia, quando mi sono ritrovata ad essere divisa in due: la versione “precisa e puntuale” di me che tutti conoscevano e la nuova Emma, la versione più “goffa e vera” che nessuno aveva mai visto.

Senza neanche pensarci ho indossato nuovamente la mia vecchia armatura, ma non avevo realizzato che proprio come io ero cambiata, anche le persone accanto a me lo erano e non dovevo più dimostrare niente a nessuno.

Così ho deciso di provare e togliere pezzo per pezzo tutto quello che mi opprimeva.

Tutto questo non sarebbe mai potuto accadere se non fosse stato per le mie amiche e la mia famiglia. Penso che l’insegnamento più grande che mi hanno donato i miei genitori è il seguente: “Non dimenticarti di guardarti attorno, noterai quante persone ci sono accanto a te”. 

Ho capito che non ero sola, anzi che non lo sono mai stata. 

Ero circondata da tante persone che tenevano a me e che me lo dimostravano quotidianamente, anche solo con la loro presenza. 

Ho realizzato che potevo effettivamente farmi vedere per quello che ero, errori compresi e che se qualcuno mi avesse giudicato per quello che ero non era una mia mancanza, ma solo un loro punto di vista.

Questo cambiamento non è stato facile, ho avuto paura, mi sono arrabbiata, ho litigato con molte persone, ma questo non ha fatto altro che aiutarmi a migliorarmi e a crescere come persona.

Ho sempre reputato più importanti le azioni rispetto alle parole ed è per questo che nel mio blog non troverete molte riflessioni strappalacrime o commenti filosofici sul senso della vita, ma in qualche modo troverete me, il mio percorso e in cosa mi sono “sporcata le mani” negli ultimi 3 anni”, spero vi piaccia perchè a me è piaciuto un sacco vivere e rivivere questi momenti.

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