La CAA: Comunicazione Aumentativa Alternativa

Durante l’anno, ho avuto il piacere di partecipare al progetto proposto dalla Professoressa Calabrese, che come obbiettivo aveva quello di promuovere un’innovativa forma di interazione verbale: la C.A.A., acronimo di Comunicazione Aumentativa Alternativa.

Questa particolare forma di corrispondenza orale si struttura sull’utilizzo di pittogrammi, che, come afferma il dizionario Treccani, consistono in un “disegno di un oggetto, eseguito per richiamare l’attenzione su aspetti dell’oggetto reale, più o meno definiti da particolari del disegno stesso, usato convenzionalmente come segnale”. Questa novità in ambito comunicativo ha concesso, alle persone con disabilità linguistiche, la possibilità di strutturare una nuova forma di comunicazione, che non pone le sue fondamenta sull’uso del parlato.                                                                             

Fortunatamente, io e miei compagni ci siamo interfacciati con una figura educativa preparata ed efficiente, che ha concesso un ottimo percorso di apprendimento durante questi ultimi mesi scolastici. In questa affascinante avventura ci diede supporto anche il nostro stesso istituto che, a seguito di brevi colloqui con la docente di riferimento, decise di organizzare delle lezioni dedicate per fornirci la possibilità di convertire la biblioteca scolastica con la CAA.

Ed ora, che è giunto il momento di tirare le somme (come si suol dire), è doveroso che si omaggiare l’intero progetto portato avanti da me, i miei compagni e la Professoressa Calabrese. Il lavoro svolto è descrivibile soltanto con una sola parola: eccezionale. Ci hanno concesso la possibilità di lasciare un segno e noi, naturalmente, l’abbiamo colta.