IN ONORE DEL 23 MAGGIO

Durante la giornata del 23 maggio, anniversario della strage di Capaci, abbiamo ascoltato un intervento di Emiliano, un professore di origini siciliane la cui vita è stata profondamente influenzata dalla mafia.

Il suo paese d’origine, Corleone, è noto a tutti per essere il paese dei più grandi boss mafiosi, un paese dove non era presente la criminalità e dove apparentemente si viveva in pace, il prezzo da pagare? Non si poteva parlare di mafia, di conseguenza non si era realmente liberi.

Attraverso il silenzio delle persone, la mafia è in grado di mantenere il controllo del luogo dove è insediata; i mafiosi in questo modo ottengono il rispetto degli altri, ma non è vero rispetto è paura. Una paura insediata da minacce e consapevolezza della cattiveria e spietatezza di questi uomini, i quali non hanno problemi nel uccidere per guadagnare il “rispetto”. 

Emiliano ne è stato testimone in prima persona, quando era un ragazzo della nostra età ha conosciuto il figlio di Totò Riina il quale, un giorno come gli altri arrivò al bar del paese e impose a lui e ai suoi amici di alzarsi dal tavolo del bar e lasciargli il posto. La motivazione ovviamente era perché lui era il figlio di Riina e aveva il diritto di imporre il suo volere, altrimenti la famiglia di chi si sarebbe rifiutato avrebbe passato guai. 

Emiliano, come suo cugino, ebbero il coraggio di dire di no, perchè si sa “a quell’età non si ha paura di nulla” , ma la paura arriverà nei mesi successivi, quando il cugino e la cugina di emiliano verranno uccisi da dei sicari.

La loro colpa? Aver detto di no ad un posto lasciato libero al bar ed essere parenti di chi ha detto di no. 

La mafia voleva uccidere l'intera famiglia di Emiliano per mostrare che erano ancora i Riina ad avere il potere su quel paese e di conseguenza mostrare a chi andava contro cosa sarebbe successo.

Riina ha reagito così perchè sapeva che “lasciar scorrere” quegli affronti voleva dire dar la dimostrazione che gli si poteva mancare di rispetto e di conseguenza anche altre persone avrebbero potuto seguire l’esempio di Emiliano e suo cugino. Perché una persona che in un mare di omertà si schiera contro, fa rumore, può essere un esempio e portare dietro di sé altre persone e per un boss mafioso che basa il suo potere sulla paura, è un grosso problema.

Emiliano nonostante fosse impaurito da tutto ciò e volesse scappare da Corleone, riuscì ad avere il coraggio di rimanere per mostrare che in torto non era lui o la sua famiglia, ma coloro che usavano la violenza come mezzo per affermare la loro potenza. 

Dopo un periodo di paura la polizia riuscì ad arrestare il sicario che uccise i familiari di Emiliano, nonostante la paura fosse finita Emiliano ha deciso di continuare a combattere contro la mafia e di raccontare la sua storia.

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