Io (sx) e i miei amici

Torino, Gennaio 2023

Io (dx) e i mei amici

Austria, Maggio 2022

Chi sono?

Alessandro Oneglia, è questo il mio nome.

Tengo a precisare che non sono molti gli articoli che ho scritto all’interno di questo blog, forse appena quanto richiestomi, o magari poco più del necessario.

Suppongo che la motivazione sia da rilegarsi a ciò che accade quando mi sforzo di parlare di me stesso, c’è così tanto che vorrei dire che non so da dove cominciare, mi mancano le parole per farlo. È come cercare di mettere un uragano in una bottiglia.

Così a volte preferisco tacere, perché quando lo faccio imparo qualcosa in più e questo mi fa sentire bene.

Chi mi conosce mi descrive come simpatico e vivace, ma anche difficile ad aprirsi. Sono capace di un umorismo caustico, generalmente è la prima delle risposte ad un attacco nemico. Tuttavia, la mia vera arma segreta è un humour sincero, tarato sull’ambiente circostante e con al centro le persone (generalmente si tratta di me), sembra essere quantomeno contagioso.

Credo che più di quella di chiunque altri la mia vita si prospetti a venire raccontata divisa per fasi, ma proprio per questo non intendo farlo.

Sono portato a dirlo perché generalmente finisco per venire prima affascinato, poi catturato, e infine, ossessionato da una qualsivoglia idea che mi attanaglia la mente.

Quando questo accade ha inizio una nuova fase della mia vita, quella dove sono alla ricerca delle esperienze e conoscenze necessarie a realizzare questa idea.

Fin ora, ognuna di queste “fasi della vita” è sempre terminata con l’inizio di una nuova fase. Posso dire con certezza che mai nessuno dei miei interessi è stato tanto forte da sopravvivere senza lasciarsi sopraffare da una nascente passione, che puntualmente finisce per appropriarsi di tutte le energie, intellettuali e non, di cui dispongo.

Perciò quel che resta da una fase all’altra è principalmente una serie di capacità alle quali appellarsi nel momento del bisogno.

Questo è in grandi linee il sistema che mi muove nella vita. Se oggi decido di fare o no qualcosa c’è un motivo che mi spinge a farlo.

    Il Padrino Esiste

    Nel giorno dedicato a Maria Ausiliatrice, la scuola ha organizzato un evento speciale, durante il quale ho avuto l’opportunità di ascoltare una testimonianza davvero straordinaria. Emiliano, un insegnante corleonese, ha condiviso con noi la sua esperienza di vita, aprendoci gli occhi su una realtà oscura e complessa.

    Le sue parole hanno suscitato in me una profonda riflessione. Mi ha colpito il coraggio di Emiliano nel raccontare la sua storia, nonostante le dolorose esperienze vissute. La sua voce trasmetteva una determinazione incrollabile, mentre ci svelava come la mafia abbia influenzato la sua piccola comunità negli anni ’90.

    Corleone, un tempo un luogo idilliaco, si è trasformato in un campo di battaglia invisibile, in cui l’omertà era legge. Emiliano ha vissuto sulla propria pelle le minacce e le violenze perpetrate dalla famiglia Riina, che hanno portato alla tragica morte di alcuni dei suoi cari. Una serie di eventi che hanno segnato profondamente la sua vita e quella di coloro che lo circondavano.

    Tuttavia, ciò che mi ha sorpreso di più è stata la scelta di Emiliano di percorrere la strada del perdono. Ha compreso che la vendetta avrebbe generato solo più odio, e ha deciso di utilizzare la sua voce come strumento di denuncia e consapevolezza. La sua testimonianza illuminante mi ha permesso di comprendere quanto di quello che pensavo fosse frutto della fantasia hollywoodiana, come nel film “Il Padrino”, sia in realtà profondamente radicato nella vera mafia.

    Ma c’è una differenza fondamentale: la spettacolarizzazione teatrale che vediamo nei film è solo un velo che nasconde l’orrore di uno spettacolo reale, quello della mafia. La sua presenza non si è affatto estinta, ma si è trasformata in un’organizzazione sofisticata e dedita al riciclaggio di denaro sporco, una realtà davvero insidiosa e remunerativa.

    Questa testimonianza mi ha aiutato a convincermi che ognuno di noi ha il dovere morale di condannare le mafie, indipendentemente dalla nostra età, nazionalità o contesto sociale di provenienza. Solo attraverso la consapevolezza e la manifestazione di questa convinzione possiamo contribuire a un’Italia migliore e più sicura.

    Non c’è dubbio Emiliano ha dimostrato una straordinaria consapevolezza nel raccontare la sua esperienza, con un sorriso sulle labbra nonostante le parole cariche di peso e emozione. Ha trasmesso un messaggio di speranza e di lotta contro un nemico che, purtroppo, sembra ancora lontano dall’essere sconfitto.

    Due Facce della Stessa Mefaglia

      GEA -L’innovazione green che promuove la sostenibilità-

      Durante il mio quarto anno di scuola superiore, ho avuto l’opportunità unica di partecipare a un entusiasmante progetto di PCTO in collaborazione con Stellantis, una delle più grandi aziende automobilistiche al mondo. Insieme ai miei compagni di classe, ci è stato affidato il compito di progettare un’impresa, aprendo le porte a un’esperienza pratica che ha permesso di mettere in campo le conoscenze teoriche acquisite nel corso degli anni di studio. Questo percorso è stato un vero e proprio trampolino di lancio per esplorare concretamente il mondo dell’imprenditoria.

      Durante le fasi di sviluppo, abbiamo avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto, affrontando le sfide e le responsabilità legate alla creazione di un’impresa. Il nostro obiettivo era quello di approfondire tematiche cruciali come la pianificazione aziendale, la gestione delle risorse e il marketing, solo per citarne alcune. Tuttavia, ciò che ha reso il nostro percorso ancora più interessante è stata la forte volontà di Stellantis di promuovere la sostenibilità come valore fondamentale. Ci è stato richiesto di ideare un’impresa che potesse essere il più possibile ecocompatibile e rispettosa dell’ambiente, sfidandoci a pensare in modo creativo e innovativo per conciliare profitto e tutela del pianeta.

      Divisi in gruppi, ci siamo cimentati nella progettazione di aziende che puntavano alla massima sostenibilità, ponendo l’accento sulla preservazione dell’ambiente e sulla riduzione dell’impatto negativo. Nel mio caso, abbiamo dato vita a un’azienda chiamata GEA (in riferimento alla dea greca, la Madre Terra), un nome che racchiude la sua autentica vocazione green e l’impegno costante nel ridurre gli sprechi di produzione.

      Le aziende ecosostenibili svolgono un ruolo fondamentale nel processo di preservazione del nostro pianeta. La loro attenzione all’utilizzo efficiente delle risorse naturali, la riduzione degli sprechi e la valorizzazione degli ecosistemi rappresentano pilastri imprescindibili. Inoltre, tali aziende promuovono politiche economiche intergenerazionali, utilizzando fonti di energia pulita e rinnovabile. L’obiettivo di un’azienda sostenibile è quello di realizzare un modello di crescita economica rispettoso dell’ambiente, garantendo al contempo il raggiungimento del profitto.

      GEA è nata con la missione di minimizzare gli sprechi di produzione e dare nuova vita agli oggetti per bambini dai 3 agli 8. Siamo consapevoli che gli sprechi contribuiscono all’aumento dei rifiuti e hanno un impatto significativo sull’ambiente. Le discariche inquinano le falde acquifere, mentre i termovalorizzatori generano polveri sottili, che, anche se non considerate dannose, non sono certo benefiche per l’ambiente.

      L’esperienza con GEA ha dimostrato che la sostenibilità può essere un motore di cambiamento positivo nel mondo degli affari. Sono grato di aver avuto l’opportunità di partecipare a questo progetto, una vera e propria gemma rara che mi ha aiutato a capire quanto l’imprenditoria possa essere, seppur faticosa, gratificante ed entusiasmante.

        Human Youngle

        Oggi vi voglio parlare di un progetto che mi ha colpito profondamente: “Human Youngle”. Durante il mio percorso di scoperta, ho avuto il privilegio di sperimentare questa rete nazionale di ascolto e counseling online (un processo che mira a migliorare la qualità di vita del cliente, sostenendo e sviluppando le potenzialità della persona, promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scelta), un’esperienza che mi ha aperto gli occhi su una realtà tanto vicina quanto sconosciuta.

        Il fulcro di “Human Youngle” è la peer education (educazione tra pari), che si concretizza in una piattaforma digitale di messaggistica dove i ragazzi possono comunicare con coetanei provenienti da diverse realtà e condizioni di vita. Questi giovani operatori, adeguatamente formati e supportati da esperti psicologi, offrono un ascolto attento e privo di pregiudizi.

        Il mio approccio a “Human Youngle” è stato pervaso da una curiosità inesauribile. E devo ammettere che sono rimasto affascinato dall’importanza del dialogo tra pari e dalla potenza dell’ascolto senza giudizio. Ho imparato che molte delle difficoltà giovanili di cui sentiamo parlare nei media sono molto più vicine di quanto si possa immaginare.

        Attraverso questo progetto, ho avuto l’opportunità di mettere in pratica le competenze apprese sui libri: ho sperimentato il valore della comunicazione e ho imparato a gestire situazioni complesse con intelligenza e professionalità. Ho collaborato attivamente con altri studenti nella gestione delle chat, affrontando temi delicati e promuovendo la sensibilizzazione su problematiche di grande rilevanza.

        Tuttavia, devo essere obiettivo: “Human Youngle” ha mostrato alcune criticità nel suo percorso di sviluppo. È evidente che il progetto si trova ancora in una fase embrionale e necessita di ulteriori miglioramenti. La gestione delle attività online, specialmente durante la pandemia, si è rivelata una sfida non indifferente, con la fatica di mantenere la concentrazione davanti a uno schermo per lunghe ore e le difficoltà tecniche che ne derivano.

        Nonostante ciò, ritengo che “Human Youngle” mi abbia offerto un’esperienza arricchente. Ho acquisito una maggiore consapevolezza delle dinamiche della comunicazione, sia orale che digitale, e ho imparato preziose strategie per affrontare conflitti e situazioni delicate.

        Guardando al futuro, credo che sia necessario un lavoro continuo per migliorare “Human Youngle”. È fondamentale affrontare le sfide della gestione delle attività online, coinvolgendo attivamente gli studenti e diffondendo massivamente il progetto. Solo così “Human Youngle” potrà raggiungere la sua piena maturità e offrire un sostegno efficace a chi ne ha bisogno.

        In conclusione, sono grato di aver partecipato a “Human Youngle” e di aver avuto questa opportunità di apprendimento. Tuttavia, mi sento responsabile di sottolineare che il progetto necessita di ulteriori sviluppi per raggiungere il suo pieno potenziale. Spero che l’impegno e la dedizione delle persone coinvolte possano portare a una futura versione di “Human Youngle” ancora più gratificante e impattante per i giovani di tutto il paese.

          Gita a Parigi

          Eccoci qui, a raccontare la mia ultima avventura nella meravigliosa Parigi. Quest’anno la 5A ha deciso di mettere da parte la via Francigena e di tuffarsi nel fascino della capitale francese. Nonostante le proteste che agitavano la città, siamo partiti con entusiasmo dalla stazione di Porta Susa, pronti a scoprire luoghi incantevoli e creare ricordi indelebili.

          La nostra prima tappa è stata l’Île de la Cité, un’isola suggestiva che ospita tesori come la Sainte-Chapelle e la celebre cattedrale di Notre-Dame. Non dimenticherò mai l’emozione che ho provato di fronte alle vetrate colorate della Sainte-Chapelle, una meravigliosa armonia di colori. Le parole non possono rendere giustizia alla sua bellezza, quindi vi lascerò una foto per farvela immaginare.

          Successivamente, ci siamo diretti verso Notre-Dame, ma purtroppo le sue porte erano ancora chiuse a causa dei lavori di restauro in corso dopo l’incendio tragico di cinque anni fa.

          Dopo una breve pausa pranzo al Flunch, non proprio una delle migliori esperienze culinarie, abbiamo iniziato la nostra esplorazione notturna della città. Siamo passati davanti al Louvre, illuminato nel suo splendore notturno, e siamo tornati stanchi ma felici in hotel. Con Eduardo, mio eterno compagno di stanza nonostante le nostre occasionali liti, abbiamo condiviso un’alloggio un po’ stretto ma pieno di allegria.

          Il secondo giorno, nonostante le manifestazioni in corso, abbiamo esplorato il vibrante quartiere di Montmartre e visitato la maestosa Basilica del Sacro Cuore. Il pomeriggio ci siamo immersi nell’arte al Museo d’Orsay, dove accompagnato dalla voce del mio amico Vittorio, grande appassionato d’arte, ho avuto l’opportunità di avvicinarmi maggiormente alle opere impressioniste che, fino a poco tempo prima, erano solo argomento dei nostri test in classe.

          Il terzo giorno, il più atteso, ci ha condotti al Louvre. Nonostante la grandezza del museo, mi sono lasciato guidare dalle opere principali in compagnia di Ale, un amico della 5B la classe che ci ha accompagnati in questo viaggio. È stato un momento magico, e il prof Miolano, che si è unito a noi in un tour guidato, ha saputo rendere l’esperienza ancora più interessante con le sue conoscenze. Nel pomeriggio, l’Orangerie ci ha regalato uno spettacolo di ninfee di Monet, immergendoci in un’atmosfera di pace e serenità che ancora adesso sento dentro di me.

          La sera, abbiamo sfidato la mia paura delle altezze e siamo saliti sulla Tour Eiffel. La vista panoramica su Parigi era semplicemente mozzafiato, e ho ringraziato di aver superato la mia paura per poter ammirare uno dei panorami più spettacolari di Parigi. Le luci scintillanti della città mi hanno avvolto in un’atmosfera magica, mentre l’aria fresca e vivace mi ha riempito di energia. È stato un momento indimenticabile, condiviso con Edu e alcuni dei miei compagni di viaggio, che ha reso la nostra esperienza ancora più speciale.

          Io, Emanuele e Eduardo sul terzo livello dell Tour Eifell

            Sport -più di un passatempo-

            Quella che provo per lo sport è da sempre una forte passione. Sport per me significa avere modo di mettersi alla sfida, di provare le brezza di un’azione di squadra o una brillante giocata individuale.

            Preciso che il mio sentimento è per l’entusiasmo di poter praticare lo sport, sia esso il basket (il mio sport prediletto), gli scacchi o la pallavolo.

            Nonostante possa suonare strano, nelle vesti di tifoso ho sempre trovato intere partite sportive come estremamente noiose. Perciò, da quando ne ho memoria, mi chiedo come possano i tifosi di calcio (senza dubbio i più chiassosi tra i fan sportivi) voler ogni anno percorre tragitti lunghi chilometri per veder giocare i loro idoli? E cosa possa renderli tali ai loro occhi? Dopotutto, si tratta di uno sport giocato a livelli ai quali, quantomeno la maggior parte di loro, non è mai arrivata né mai arriverà.

            Eppure, con il senno di poi capisco. Ciò che provano è lo stesso che io non posso fare a meno di provare davanti alla visione della saga del pugile Rocky Balboa o alle leggendarie narrazioni di campioni come Micheal Jeffrey Jordan che Federico Buffa ci regala di tanto in tanto.

            Questa è la magia dello sport. Capace di trasportarci al trove e farci vivere, sia pure per qualche istante, la tempesta di emozioni provate al segnare di un goal da parte di quei campioni che si fanno paradigma dei sogni di chi li guarda vincere. Alla fine, forse invidio un po’ quei tifosi così chiassosi…

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