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Festa di Maria Ausiliatrice alternativa

    Chi prega si occupa della cosa più importante di tutte -Don Bosco

    Il 23 maggio 2023, l’anniversario della strage di Capaci, dove venne ucciso Giovanni Falcone dalla mafia, abbiamo assistito a una testimonianza di Emiliano, di Corleone. La sua vita è stata colpita da tre lutti familiari per mano della mafia, in particolare dagli eredi di Totò Riina (il capo): il cugino ucciso nel negozio della mamma con 5 colpi alle spalle, la sorella del cugino e il marito in macchina, con loro c’era anche il figlio piccolo che per fortuna venne protetto dalla stessa mamma. Ma perché tutto questo, perchè uccidere delle persone innocenti senza dare spiegazioni, uccidere e scappare? La risposta è molto semplice, perché Emiliano per primo in un bar e il cugino, Giuseppe, in seguito avevano detto “no” ad una richiesta di Giovanni Riina, quella di alzarsi per farlo sedere. Di conseguenza,  la tipica intimidazione della mafia è puntare alla famiglia, perciò venne ucciso lo stesso Giuseppe e piano piano il resto della famiglia. Per fortuna “ci sono persone che fanno il loro dovere”, come disse Emiliano, che hanno catturato gli “artefici” di questa tragedia, non permettendo di continuare la loro missione, uccidendo tutta la famiglia.

    Mi voglio concentrare nella mia riflessione sulla paura e il coraggio: diciamola tutta, nessuno avrebbe avuto il coraggio di dire un no a queste persone, avremmo detto di si per paura. I mafiosi pretendono il rispetto e sentirsi superiori, ma quello non è rispetto, è paura, è la paura di essere uccisi, la paura di veder persone care morire. Il fatto di dire “no” è una protesta e un riconoscimento per tutte le persone uccise dalla mafia, un ricordo di quello che hanno passato. Ognuno fa le proprie scelte, ma bisogna capire realmente quali sono quelle che possono aiutare gli altri e quali invece possono portare il male. Un altro esempio di coraggio, secondo me, è quello di Emiliano che non condivide le idee del nonno mafioso, ha fatto una scelta, ha deciso di non farne parte. Una decisione che Salvo Riina non ha fatto, non ha preso “le distanze” dal padre. Sono molto d’accordo di introdurre queste attività nelle scuole, come anche la giornata della Memoria, per sensibilizzare i giovani e, come disse Emiliano, per creare una società migliore. Oggi per noi si festeggiava la festa di Maria Ausiliatrice in anticipo, ma penso che in ogni caso avremmo parlato di questo fatto. La testimonianza è stata molto toccante, ma mi ha insegnato che la vita in un soffio può finire e quindi è necessario viverla per bene, senza rimpianti, senza vendetta.

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