Nell’estate del 2016 alcuni studenti, ottenuta la borsa di studio, hanno avuto la possibilità di partecipare ad un viaggio in Cina, nella città di Shanghai. È stata un’esperienza ricca di emozioni che ancora ricordo benissimo come l’eccitazione mista all’ansia per il volo di 12 ore oppure la volontà di visitare il più possibile durante la permanenza. Mi sentivo orgogliosa di me stessa per essere riuscita a conseguire la borsa di studio per questo viaggio, ma allo stesso tempo piccola per affrontare una gita dall’altra parte del mondo. Tuttavia, una volta affrontate le mie insicurezze, sono riuscita a godermela al meglio e oggi posso dire che è stata realmente indimenticabile.

Una volta atterrati, ci siamo subito diretti al campus universitario in cui avremmo alloggiato per due settimane: East China Normal University. Abbiamo partecipato alla cerimonia di benvenuto e in seguito abbiamo visitato il campus per iniziare ad orientarci. Abbiamo poi sostenuto un test di ingresso, ossia un colloquio con delle professoresse in cinese, in modo che potessero smistare gli studenti in classi in base al loro livello linguistico. Tutte le mattine di tutti i giorni frequentavamo le classi di cinese, in vista dell’esame finale, prima della partenza, e dedicavamo il pomeriggio a visitare i luoghi più significativi.

Il primo giorno ci siamo recati al Shanghai Museum & Bund  e alla sera abbiamo partecipato alla crociera sul fiume per ammirare la città illuminata. Non avevo mai visto nulla di simile e la cosa più sorprendente è stata vedere un intero grattacielo illuminato di colori vivaci. È stato fantastico.

Un altro giorno ci siamo recati in una parte di Shanghai più folkloristica e tradizionale, al Cheng Huang Temple e allo Yu Garden. È stata una buona occasione per conoscere quella parte di Cina non moderna e ricca di grattacieli come siamo abituati ad immaginarcela oggi, ma al contrario tradizionale, storica e contemplativa. Abbiamo potuto camminare all’interno di un vero giardino cinese, colmo di natura, piccoli templi e ponti. Passeggiando si percepiva un’atmosfera di tranquillità e addirittura di silenzio, in netta contrapposizione con il trambusto della città al di fuori del giardino.

Altrettanto impressionante e suggestiva è stata la visita a Suzhou, un paese vicino Shanghai considerato la Venezia d’Oriente. Si tratta infatti di un paese pieno di canali e ponti, che possono ricordare la nostra famosa città veneta. Ad attirare la mia attenzione sono state le case costruite a ridosso dei canali, piuttosto fatiscenti, con le rispettive travi di legno o per collegare la casa al fiume oppure disposte in modo da creare dei piccoli balconi, all’apparenza instabili, in cui venivano posti piante e vasi. Tutto ciò contrastava nella mia mente con la parte ricca e nuova di Shanghai. Pochi giorni prima infatti siamo saliti sulla cima del grattacielo Shanghai Center Tower, dalla quale abbiamo potuto apprezzare una vista mozzafiato della città, ma tutto ciò mi sembrava distante anni luce dalle abitazioni di Suzhou.

Altre volte abbiamo partecipato al campus a corsi di calligrafia cinese e di taiji,  e un pomeriggio siamo stati ospitati da famiglie cinesi, svolgendo ognuno diverse attività. Io sono stata assegnata ad una ragazza universitaria che ha portato me e un mio compagno a casa sua e ci ha fatto cucinare insieme a lei.

Infine, il penultimo giorno abbiamo svolto il test HSK, grazie al quale sono riuscita a conseguire l’HSK3. Abbiamo poi partecipato alla cerimonia di chiusura per i saluti finali e la mattina del giorno dopo siamo tornati a Torino.

Questo viaggio ha rappresentato il mio primo vero incontro con la cultura cinese. Ho potuto osservare lo stile di vita degli studenti del campus, dei cittadini per le strade, nei ristoranti. Ho assaporato il vero cibo cinese, partecipato al loro tipo di lezione scolastica. Nei negozi sono stata obbligata a parlare in lingua, in quanto in moltissimi non sapevano l’inglese.Mi sono messa alla prova e mi sono divertita moltissimo.

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