Lavoro filosofia

Ad inizio anno il professore di filosofia ha assegnato agli studenti un compito ben preciso:

“Scrivere un testo argomentativo di carattere filosofico su:
A) una delle questioni proposte dalle fonti 
B) riflettere sulla seguente mozione: “Le nostre azioni, non solo quelle di carattere morale, sono il risultato di un processo razionale”
Sarà ben accetto il richiamo all'idealismo in qualsiasi tesi voi analizziate; tuttavia nel vostro testo dovrà emergere necessariamente il pensiero di Schopenhauer o di Kierkegaard o di entrambi, anche negli elaborati in cui tali filosofi non sono citati.”

Alessandra ha scelto la fonte “Un perenne oscillare tra dolore e noia”, le è piaciuto molto questo lavoro e le ha fatto riflettere molto sulla natura umana.

 

 

Un perenne oscillare tra dolore e noia

L’elettrocardiogramma della vita  

La vita dell’uomo non è altro che un continuo alternarsi di noia e dolore: una vera e propria fuga perseguitata da delusioni, illusioni, tedio e frustrazione. 

In quanto uomini siamo destinati a soffrire ed essere tormentati dal desiderio continuo di quel piccolo momento terminale che noi definiamo come piacere, o a volte, ma più raramente, quella che chiamiamo felicità. 

La condizione umana è quella di un pezzo di un meteorite che viaggia tra le orbite dell’intero universo e dell’infinito, un oggetto completamente inutile per lo spazio e per quello che noi definiamo tempo, ma soprattutto, il meteorite appare indifferente alla potenza della natura, così come l’uomo. 

L’umano ha un'esistenza principalmente pessimista, noiosa ma turbolenta. 

Per comprendere questo concetto è sufficiente ricorrere all’esperienza personale. 

Il lettore si immagini di vivere tutti gli attimi di vita già vissuta senza porre all’interno di essa i momenti di ambizione, aspirazione, esigenza e di ricerca di un evento. Come appare la propria vita? Appare noiosa e monotona. 

Ecco il motivo per cui l’uomo è spinto da una forza irrazionale e combattente, dal desiderio di ricerca e miglioramento della sua condizione di monotonia della vita. Arrivati a questo punto, l’uomo si trova davanti ad un bivio: il primo porta alla realizzazione di un progetto, quindi un momentaneo attimo di piacere o, se più intenso, di felicità, che poi però porterà alla noia ed il ciclo continuerà fino alla morte dell’individuo. 

Il secondo bivio è quello dell’illusione e condurrà al dolore perché quel determinato obiettivo non potrà essere portato a termine e si concluderà con la più totale delusione. Allora l'uomo cercherà un altro traguardo da raggiungere e il ciclo ricomincia.

La nostra vita è tempestata di desideri ed illusioni intervallati da momenti piacevoli ma assolutamente temporanei.

Secondo me, la rappresentazione ideografica di questa filosofia è rappresentabile attraverso il disegno di una frequenza cardiaca, un elettrocardiogramma irregolare, di cui la linea che caratterizza l’ipocinesia rappresenta la noia, mentre le frequenze rappresentano gli intervalli tra il dolore ed il piacere.

Il percorso di crescita dell’uomo, da quando acquista il senno della ragione, è sempre stato caratterizzato dalla presenza continua di illusioni, la maggior parte delle illusioni si formano nei primi anni di vita dell’uomo, da quando si è bambini fino all’età adolescenziale.

Prendiamo un esempio molto semplice: se chiedessimo a venti bambini cosa vorrebbero fare da grandi, risponderebbero tutti o quasi, un lavoro eroico o moralmente straordinario come il pompiere, il poliziotto, la dottoressa o l'astronauta. 

Con il passare degli anni e la presa di coscienza e l’ampliamento della conoscenza che i bimbi acquistano, si scoprirà che la realtà è molto diversa dall’utopia; in realtà il pompiere, come il poliziotto rischiano e sacrificano la loro vita per quella degli altri e la maggior parte delle persone hanno paura e timore di questa realtà, la dottoressa offre la sua vita privata e la sua salute mentale per quella dei pazienti mentre, per quanto riguarda l’astronauta, scopriranno in seguito che la possibilità di viaggiare sulla luna e di fare viaggi interstellari è praticamente nulla. 

È proprio in questo momento che subentrano la disillusione della vita ed il dolore. 

Il concetto di piacere non è altro che una condizione temporanea dell’uomo molto breve rispetto alla vita nel suo complesso. 

Il piacere, se raggiunto grazie alla realizzazione di un desiderio, è una semplice sensazione che l’uomo prova come una soddisfazione per sé stesso, di essere riuscito a sconfiggere la monotonia della vita, ma non è realmente così. Questo fenomeno non porterà altro che all’abitudine di quel determinato fatto, un insaziabile insoddisfazione e quindi di nuovo alla noia. 

Il lettore però a quel punto si chiederà cosa sia quella condizione di piacere che a volte l’uomo prova senza avere il bisogno di desiderare qualcosa, ad esempio, l’allegria di vedere una persona e di passare del tempo con essa; anche questa situazione non è altro che un’illusione dell’uomo stesso, infatti, seguendo la sua natura, l’uomo tende a sfruttare questo stato di piacere reciproco per comprovare un benessere egoistico. Questo concetto deve essere percepito come un vero e proprio scambio per perseguire un piacere prettamente personale. 

Essendo l’esistenza umana monotona è deducibile pensare che l’unica salvezza sia il suicidio.

In realtà questa soluzione creerebbe soltanto altro dolore alle persone che ci vogliono bene.

Il suicidio è un concetto puramente immorale e scorretto, seguendo questa filosofia, essendo la vita già una sofferenza, creare altra sofferenza alle persone che ci circondano è un atto egoistico e spregevole nei confronti altrui; per combattere il dolore e la noia della vita ci vuole solidarietà tra gli uomini, non addizionare altra angoscia. 

La vera soluzione a questa monotonia non è altro che la completa accettazione di questa realtà e l’adattamento a vivere dando la giusta misura ai momenti di piacere più intensi e quelli di dolore. 

E’ necessario imparare a vivere trascorrendo il corso degli eventi seguendo più piaceri temporanei possibili e trascurando in parte il dolore.
Bisogna ridurre al minimo la situazione di bradicardia dell’elettrocardiogramma e di aumentare la frequenza cardiaca anche se saranno presenti più dolori perchè a quel punto avremmo imparato a controllare il dolore e a non dargli troppa importanza. Il benessere nella vita si raggiunge quindi con l’esercizio mentale e imparando a conoscere se stessi. 

E’ fondamentale imparare a vivere in un mondo dove la natura che ci circonda a trecentosessanta gradi è indifferente alla vita dell’uomo.
E’ doveroso imparare a convivere con l’idea della morte, del dolore, della sorte e del destino.

L’universo non è stato creato per l’uomo, siamo noi che dobbiamo adattarci ad esso. 

In conclusione la vita che ci viene posta dinanzi è una vera e propria noia, intervallata da dolori e alcuni piaceri che a loro volta ci fanno soffrire; sta nella mente dell’uomo la soluzione a questo dolore: bisogna saperlo dosare e abituarsi a questa realtà. 

Per combattere la noia bisogna trasformarla in più dolori e piaceri possibili in modo da allenare la mente umana a questo tipo di realtà e di conseguenza vivere la vita in modo più spensierato. 

Bisogna però fare attenzione a non sottovalutare la potenza della natura perchè se così fosse ci causerebbe un dolore troppo grande per recuperare l’equilibrio che si era formato anteriormente. 

Questo stato mentale si raggiunge attraverso molti anni di pratica e pazienza, ma una volta raggiunto si potrà dire di aver trovato l’opulenza in una vita caratterizzata da tempeste e burrasche impetuose. 

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