Una bolla di sapone che scoppierà

12 June 2023 Off By fmanzon

La nostra scuola propone diverse attività in modo da creare un buon rapporto nella classe e tra insegnante e studenti. Negli anni ci hanno fatto diverse proposte che si sono rivelate interessanti.

Siamo andati nella casa alpina di Salbertrand, il primo anno per imparare a conoscerci come classe e prendere consapevolezza del cambiamento tra medie e liceo. Ci siamo, poi, tornati in quarta quando, finita la pandemia, dovevamo riabituarci ai contesti di gruppo e di classe.

Abbiamo partecipato a tante feste di Maria Ausiliatrice, Don Bosco e del Grazie, tutte formalmente incluse nel pacchetto della scuola paritaria ma diventate poco a poco parte di noi.

In questo ambiente “famigliare” è  data importanza alla persone ed è frequente l’idea che non siamo ciò che prendiamo, ovvero, non si viene giudicati dal voto che si prende ma dalla persona che si è.

Se da una parte crescendo ho preso consapevolezza che questo genere di  pensiero mi ha reso la persona che sono, dall’altra parte mi scaturisce una riflessione sulla qualità educativa e il modello pedagogico.

È veramente giusto lasciar correre tutto? Non dare importanza al voto? Sorvolare sulle lacune?

Nonostante i miei cinque anni di scienze umane non sono ancora diventata una pedagoga esperta, ma ho costruito un mio parere, che, pare strano anche a me, può essere considerato un po’ all’antica.

Non credo infatti che sia giusto associare una persona a un voto, ma penso piuttosto che sia essenziale assegnare un voto a una conoscenza e, se essa manca, vada segnalato.

Questo concetto non preclude la possibilità di dare importanza alla persona ma certamente evidenzia che, se necessario, è essenziale riprendere l’argomento da capo in modo che sia chiaro a tutti.

In questa scuola a volte mi sembra di essere chiusa dentro una bolla: dentro è tutto bellissimo, un mondo magico e protetto, ma una volta che la bolla scoppia ti ritrovi a sbattere la testa contro il muro, inconsapevole di non essere più nel tuo mondo magico.

Creando una bolla, spesso, si pensa di aiutare e proteggere le persone; in realtà talvolta può essere peggio, perché certamente è meglio cadere avendo qualcuno che ti aiuta a rialzarti e a migliorarti ma è anche importante cadere sapendo rialzarsi da solo, magari in condizioni ostili.

Nonostante questa critica il Maux mi ha lasciato molto. Ho costruito tante amicizie, sono cresciuta e maturata imparando a dare importanze alle cose giuste; ho preso consapevolezza delle mie scelte ma devo ammettere che temo la scoppio della bolla nel senso che temo che, una volta a contatto con la vita vera, l’illusione del mondo che mi è stata proposta, svanisca.

Tuttavia spero che gli insegnamenti acquisiti e le amicizie create mi aiutino a soffiare tante nuove bolle ovunque io andrò.