Caos o Caso

5 June 2023 Off By fmanzon

Caos o caso: cos’è che dà origine al teatro?

I primi a usare forme teatrali sono gli uomini preistorici che solo per caso iniziano a recitare, a fine religioso, con maschere e accompagnati da musica.

Se tutto questo all’inizio era solo un caso, poi si è evoluto e nella storia è stato oggetto di studi da parte di letterati, filosofi e artisti; ha subito critiche, evoluzioni, modifiche dando vita a nuovi generi tra cui la commedia o la lirica.

Nietzsche è uno tra i tanti a studiare la tragedia evidenziando in essa due parti: una, sede del caos e  della parte più irrazionale di noi, è identificata dai canti, ed è anche chiamata dionisiaca; l’altra, più razionale è rappresentata dal dialogo, ed è nota come apollinea.

Per Nietzsche nella tragedia il caos sovrasta la razionalità e ne è esempio la storia di Edipo.

Non so quindi se per caso o per colpa dal caos quest’anno per la prima volta, insieme alle mie amiche, abbiamo deciso di superare il nostro pregiudizio che come la nebbia circondava il mondo del teatro nascondendoci il suo potenziale, e abbiamo accettato o meglio deciso di andare a vedere tre spettacoli, che, forse scelti dal caso, ci hanno aperto le porte di questo mondo che si è poi rivelato magico.

Anche se Pirandello non si troverà d’accordo con me, una volta entrata nelle quattro mura del teatro (e già qui c’è un po’ di magia), mi sono trovata immersa in un altro mondo separato da noi: spettatori metà spaventati e metà ansiosi in attesa della fine, anzi, del finale.

Abbiamo avuto occasione di vedere tre spettacoli, tutti con protagoniste femminili.

Per primo “il Crogiuolo” di Arthur Miller, che narra di un processo di streghe avvenuto a Salem che in maniera coinvolgente spiega come la malvagità di pochi possa travolgere la razionalità della collettività.

Esempio emblematico tratto dal primo atto dell’opera è quando le due cugine, Betty e Abigail, scaricano le loro colpe di stregoneria sulla serva Tituba e altri abitanti del paese scatenando il panico nella città.

Dopo abbiamo visto “Spettri” di Henrik Ibsen opera teatrale complessa, che narra la storia di una famiglia e i segreti che essa nasconde dietro la maschera dell’ipocrisia.

Infine, abbiamo concluso con un classico: Maria Stuarda di Friederich Schiller, che narra la storia delle due cugine più famose d’Inghilterra, piena di drammi e controversie su chi delle due avesse effettivamente il diritto di salire sul trono.

L’evento stupefacente di quest’ultima opera è la maestria con cui le attrici hanno recitato, in quanto, all’inizio del primo atto, è stata tirata una moneta che ha determinato il ruolo di entrambe.

Ovviamente a noi studenti sono stati riservati i posti migliori, in alto, nella balconata, laterali rispetto al palco: probabilmente una strategia per mettere alla prova le nostre motivazioni e buone intenzioni.

Durante il primo spettacolo, quello che mi è piaciuto di più, mi sono confusa nel caos e nella pausa tra il secondo e il terzo atto mi sono riuscita a intrufolare nella platea dove, in questo caso in accordo con Pirandello, siamo entrate in contatto con gli attori e la scena, immerse completamente nell’ ambientazione, tra il fumo e le urla di spavento. Un’esperienza davvero memorabile!

Guidata dal caso e dal caos spero di ritornare tra quelle pareti che hanno dato vita a mondi magici e nuovi di volta in volta.