Sentirsi utile ti porta ai confini del mondo

17 May 2023 Off By fmanzon

Un tema che oggi è molto sentito è l’utilità che ogni singolo ha in questa società: se si è veramente indispensabili o se in realtà si è facilmente sostituibili.

Davanti a questo quesito ci sono due punti di vista: uno più cinico, che vede la società come una macchina fatta di circuiti interscambiabili e sostituibili e un altro più positivo, a cui personalmente mi sento di aderire maggiormente, dove ognuno è prezioso e unico per qualcosa.

Lungo la strada della mia vita ho trovato alcune persone che mi hanno fatta sentire speciale e necessaria per quello che avevo da offrire. Questa è una cosa molto rara, perché purtroppo nella vita di tutti i giorni è sempre più facile sminuire gli altri rispetto che riconoscere le loro capacità.

Una delle occasioni in cui mi sono sentita preziosa è stato quando durante un caldo pomeriggio di fine estate ho ricevuto una chiamata dal don del mio oratorio, Vytas, che mi chiedeva se potessi partecipare al gruppo CST, Crocetta Social Team.

Chi mi conosce sa bene che la mia attività sui social è minima, ma nonostante questo ho accettato di partecipare a questo progetto. Questo perché mi sono sentita cercata, necessaria e indispensabile per questo lavoro, che alla fine si è rilevato istruttivo.

Il gruppo CST mi ha insegnato a mettermi in gioco, a spingermi fuori dalle mie frontiere e a sperimentare nuovi terreni prima inesplorati.

Sicuramente grazie a questa esperienza ho imparato nuove sfaccettature dei social: di come sono strutturati e studiati, ma soprattutto di quante persone, con pazienza e riguardo, ci debbano stare dietro per curare ogni minimo dettaglio; quando e come fare stories o un post; che foto mettere e così via, rendendomi conto della mole di lavoro che sta dietro alle cose, anche quelle che sembrano più piccole e apparentemente più facili da fare.

Questo progetto oltre che ai social mi ha aperto anche la porta alla scrittura, mondo di cui mi sono sentita più protagonista in quanto unica a dedicarmici. Ho scritto alcuni articoli per la pagina web dell’oratorio, esperienza che mi è stata utile per scrivere questo blog.

In questo contesto in cui chiedi aiuto ad altri per svolgere piccoli compiti, spesso è difficile mettersi da parte per lasciar risplendere chi ti sta vicino, soprattutto se si è consapevoli di essere bravi. Lasciare spazio agli altri spesso però si può rivelare sorprendente: ti potrai trovare davanti nuovi talenti inaspettati, nascosti dalla paura di provare.

Sappiamo come possa essere sbagliato disumanizzare un individuo, facendolo sentire inadatto e inutile, come si faceva durante la Victorian Age spersonalizzando l’individuo, che se non produceva abbastanza andava cambiato e sostituito perché inutile al profitto della società. Recentemente ci si sta rendendo conto di come la produttività lavorativa possa aumentare se l’individuo si sente appagato e soddisfatto, se viene valorizzato per il lavoro che fa e se si rispetta la sua dignità.

Gesù dice: “Per Servire, servire” frase che esplicita perfettamente l’idea di fare un lavoro di qualunque genere, per il gusto di poter essere utili, servire agli altri. Se si lavora spinti dal desiderio di essere utili, dunque non per denaro, ma per il piacere di svolgere bene e con passione le proprie attività, si spalancano nuovi orizzonti di realizzazione di se stessi.