E se Icaro avesse conosciuto un peer educator?

17 May 2023 Off By fmanzon

Se Aristotele definisce l’uomo come animale sociale che tende per natura ad aggregarsi con altri individui per creare una società, ad oggi le cose sono cambiate e la società che l’uomo si è costruito è composta da individui egoisti, interessati solo al proprio successo e alle proprie probabilità di spiccare sugli altri.

Questo meccanismo porta l’uomo ad allontanarsi dalle persone che gli stanno attorno, diventando incapace di costruire una relazione vera e propria, non accettando i consigli delle persone che gli sono rimaste, come gli stessi genitori, pensando di essere in grado di cavarsela da solo.

Un esempio perfetto di quest’avvenimento è il mito di Icaro che preso dall’arroganza e dalla curiosità di superare i limiti ha ignorato i consigli del padre, Dedalo, causando la sua stessa morte, essendosi avvicinato troppo al sole con le sue ali di cera.

Ad oggi, quindi, ci troviamo in una società composta da persone sole e arroganti che, come Icaro, non vogliono ascoltare i consigli delle persone che gli stanno accanto e gli vogliono bene.

Ed è in questo punto che interviene Human Youngle, un servizio di ascolto online tramite social network gestito da peer educator, rivolto ai ragazzi con necessità.

Il progetto forma ragazzi dai 13 ai 18 anni, in modo che possano essere d’aiuto e saper gestire le situazioni davanti a cui si trovano, nel momento in cui, il ragazzo in difficoltà, rimasto solo, non sapendo a chi scrivere, si rivolge a loro.

Come già detto i ragazzi di oggi facendo fatica a socializzare e a creare relazioni profonde nel momento in cui si trovano in difficoltà vanno a cercare aiuto in qualcuno, anche sconosciuto, che però gli sappia stare vicino e dare consiglio. Questo ruolo è svolto dal peer educator, ragazzi, come noi, che formati sappiano dare dei consigli, più o meno utili, ma soprattutto che siano in grado di dire parole di supporto e stargli vicino.

L’attività era strutturata in due momenti uno di formazione, svolto online a causa del covid, dove ci hanno istruiti su cosa avremmo dovuto fare una volta diventati peer educator e l’altro di messa in pratica, dove abbiamo provato ad applicare le conoscenze appena acquisite.

Questo secondo momento prevedeva, tramite dei turni precedentemente suddivisi, la nostra disponibilità a rispondere immediatamente, seguendo le linee lasciateci e aggiungendo la nostra esperienza personale, all’ipotetico ragazzo che aveva bisogno di aiuto. Probabilmente per la poca pubblicità fatta a questa applicazione, non ho mai avuto l’occasione di ricevere nessun messaggio. Altri miei compagni, invece, hanno avuto l’opportunità di mettere in pratica le loro conoscenze e aiutare qualche ragazzo, anche se solo su consigli sul metodo di studio.

L’attività è stata istruttiva, ma purtroppo anche a causa del covid non è stata apprezzata nella sua completezza, soprattutto per tutte le ore di formazione fatte dietro uno schermo, con una tisana in mano. 

Chissà se Icaro avrebbe scritto a un peer educator se fosse sopravvissuto e non fosse andato incontro alla morte controllando il suo istinto di supremazia e arroganza.