“Il demonio ha paura della gente allegra”
“Il demonio ha paura della gente allegra” – F.Geda
Questo libro di Fabio Geda trova nella figura del don Giovanni Bosco, di cui racconta la storia, una figura di riferimento nel condurre una vita rivoluzionaria e improntata all’aiuto del prossimo.
La visione rivoluzionaria che porterà Don Bosco nel mondo dell’educazione è ancora lo spirito motore per molti ragazzi e adulti del mondo, che ogni giorno cercano di dare risposte concrete ai problemi sociali che si figurano nella vita di milioni di ragazzi.
Per far ciò non serve altro che l’allegria, la preghiera e il rispetto reciproco, tre prerogative che l’autore stesso in molte delle sue interviste ha ritenuto essere il fulcro della sua vita.

Una delle esperienze più formative della mia vita è sicuramente quella dell’animazione. Come sanno le persone che mi conoscono meglio, non riesco a nascondere facilmente la mia attitudine nell’aiutare il prossimo. Questo grande pregio è fortificato anche dal piacere che ho nel giocare e nello stare con i ragazzi più piccoli. Ed ecco qui le motivazioni che mi hanno reso un animatore!
Per chi non ha mai avuto l’opportunità di convivere con questo mondo deve sapere che ci troviamo davanti a una delle esperienze più faticose che esistano. Animare è come un continuo relazionarsi con chi ti sta intorno, ma con la paura che quelle persone non vogliano realmente essere lì o che si stiano annoiando. Più volte capita di domandarsi se realmente si stia facendo bene il proprio lavoro e se le persone intorno a te si stiano realmente divertendo o preferirebbero essere altrove. È per questo che in ogni condizione l’animatore è costretto a dare il massimo, che sia sotto il sole d’agosto o sotto la pioggia incalzante d’autunno.
Questo è quello che più amo nel fare animazione, l’essere costantemente sotto esame, ma non per un motivo reale, ma per un’esigenza, quella di far star bene una moltitudine di ragazzi.
È quindi inutile nascondere che frequento da diversi anni l’oratorio. Sono un animatore presso la diocesi di Mappano, ovvero il piccolo paese nel quale abito e nel quale da qualche anno faccio animazione a bambini e ragazzi il mercoledì e il sabato pomeriggio.
Per quanto il mondo degli oratori sia meraviglioso, la mia passione nel fare animazione non ha limiti ed è per questo che ho fatto alcune esperienze anche in diversi contesti laici. Non posso non citare l’esperienza presso l’arcipelago della Maddalena in Sardegna, dove ho fatto da animatore presso uno stabilimento calcistico: l’Ilva della Maddalena. Questa è stata una delle esperienze più belle della mia vita, dove sono riuscito a far coincidere la parte essenziale di me e le mie più grande passione: sono riuscito a unire il mondo del calcio e l’animazione giovanile.
Questa mia attitudine a frequentare ambienti simili è fortemente legata alla mia istruzione, infatti fin da piccolo (ormai sono tredici anni) ho vissuto in ambienti salesiani come il Maria Ausiliatrice e credo che questo abbia fortificato e modificato il mio atteggiamento verso chi mi sta intorno. I valori di queste scuole sono tanti e importanti. Ed è stato proprio questo che mi ha permesso di capire che il mondo è bello, perché non in bianco e nero, ma colorato da milioni di sfumature che gli danno un senso.
Non è un caso, infatti, se la figura che prendo in considerazione quando racconto del perché amo fare animazione è Don Bosco, alla quale mi ispiro e mi affido, nonostante la mia fede in Dio alle volte vacilli.
Riflettendo su tutte le esperienze che mi ha portato a vivere, non posso che vedere questa esperienza come un processo di crescita personale, che mi ha fatto comprendere quando il lavoro di gruppo sia una costante nella mia vita.
Mi ha fatto capire come anche persone completamente opposte a me, in realtà possano arricchire la mia vita veramente. Credo che da tutti abbiamo da imparare da chi ci sta intorno e che l’unico modo esistente per farlo sia quello di guardare la realtà con gli occhi di un fanciullo, magari lo stesso fanciullo che viene in oratorio ogni sabato e con il quale anche la più semplice partita di calcio può diventare una lezione di vita a cielo aperto.